Stupro di Palermo, trovato il video delle violenze. Spunta l’ipotesi della vendita

Il video dello stupro di Palermo è stato trovato dai carabinieri nel cellulare di uno dei sette arrestati, Angelo Flores. Si fa strada l’ipotesi investigativa della vendita del video in chat

Le ricerche da parte degli investigatori sul telefonino sotterrato vicino a un magazzino nei pressi del luogo dove è avvenuto l’abuso proseguono. Ma oggi la caccia al video dello stupro di massa avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo è stato trovato. Per gli inquirenti si profila una nuova pista da seguire, quella inerente la vendita del filmato.

Palermo stupro
Lo stupro avvenuto a Palermo e i risvolti emersi durante le indagini (ANSA)

Il video incriminato è stato rinvenuto nel cellulare di Angelo Flores, il più grande del branco (22 anni) e unico conoscente della 19enne vittima delle violenze sessuali. Nelle ore successive allo stupro Angelo era preoccupato solo per quel video che aveva girato durante l’orrendo atto. Tanto da raccontare in chat ad un amico l’idea di volerlo cancellare dai suo telefono. Ma non prima di inviarlo a “chi sapeva lui”.

Stupro di Palermo, trovato il video delle violenze. Caccia al cellulare nascosto sottoterra

Ad un amico Angelo Flores aveva detto in una conversazione Whatsapp: “Li sto eliminando tutti” (i video ndr). Dopo la denuncia della vittima 19enne, nelle chat intercettate dai carabinieri, il leader del gruppo, Flores, tranquillizza un altro ragazzo a cui aveva confidato i particolari della serata violenta con la ragazza.

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Stupro di Palermo, sei arrestati trasferiti d’urgenza in altri istituti penitenziari (ansa) free.it

L’amico avverte Angelo dicendogli: “Stai attento. Non è che spunta che l’avete stuprata?”. Lui risponde: “Ma infatti adesso li sto cancellando. Ii sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino”. 

La risposta data dal 22enne Flores ha suscitato sospetto negli investigatori. Chi sono le persone alle quali Angelo doveva girare il filmato che lo incastra e perché avrebbe dovuto divulgare le immagini che sono diventate poi la prova schiacciante della sua colpevolezza?

L’ipotesi della vendita

L’intenzione dell’indagato girando quei video era di vantarsi del gesto cruento o sotto sotto c’è dell’altro? Si profila per gli investigatori una nuova ipotesi: ovvero che dietro a quei filmati si potesse nascondere una finalità lucrativa del branco. Se tale ipotesi dovesse essere dimostrata e confermata aggraverebbe ancora di più l’intera vicenda.

Forse, Angelo Flores voleva vendere i filmati in rete per guadagnarci qualcosa. Chi indaga sul caso è certo che i video degli abusi siano stati più volte condivisi sui canali Telegram. Ora gli inquirenti devono scoprire con chi Flores abbia scambiato i video e se per finalità economiche o altro.

Di sicuro il capo branco non immaginava che la vittima avrebbe denunciato gli abusi. Si sentiva “protetto”, questo è sicuro poiché i carabinieri hanno trovato il filmato proprio all’interno del suo cellulare. Lui non l’aveva eliminato e al ritrovamento si è difeso dichiarando che lui aveva solo ripreso la scena ma che non aveva violentato la ragazza. Nel video resta in disparte, ma non muove un dito per aiutare la 19enne. Secondo il Corriere della Sera si tratterebbe di un video di 15 minuti che smentirebbe completamente la tesi del branco secondo cui la vittima fosse consenziente.

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