Stupro Palermo, minorenne del gruppo torna in carcere: le accuse per lui sono gravissime

Nuova svolta sul caso dello stupro denunciato a Palermo: minorenne confessa e viene scarcerato, ora di nuovo in arresto. Cosa è accaduto e qual è il motivo. 

Fa rientro nel carcere minorile Malaspina di Palermo l’unico minorenne accusato di aver violentato una 19enne in un cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo.  Il giro ha firmato un provvedimento che di fatto aggraverebbe la misura cautelare precedentemente decisa. A riportare la notizia è Repubblica che ha fornito ulteriori dettagli sulla vicenda.

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Lo stupro avvenuto a Palermo e i risvolti emersi durante le indagini (ANSA)

E pensare che, invece, il gip aveva preso un’altra decisione, in seguito alla confessione del giovane circa lo stupro commesso nella cittadina siciliana. Sul telefono del ragazzo, intanto, sarebbero stati trovati contenuti tali da peggiorarne la posizione.

Il caso

Durante l’interrogatorio di garanzia, infatti, l’allora minorenne (ora ha compiuto la maggiore età ndr) ha confessato di aver avuto un rapporto sessuale lo scorso 7 luglio proprio con la ragazza che ha denunciato lo stupro. Proprio la confessione sarebbe giunta di fronte alle immagini, girate da uno degli arrestati, da qui la scelta iniziale di mandarlo in una comunità.

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Stupro di gruppo a Palermo, lo striscione contro gli stupratori (ANSA)

Per l’indagato, però, si era già espressa la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna che aveva chiesto l’immediato rientro in carcere. A tal riguardo, infatti, la Procura di Palermo ha analizzato tutti gli elementi a suo carico, decidendo in seguito di rimandarlo in carcere. Necessario prelevarlo dalla struttura fuori Palermo e di trasferirlo di nuovo al Malaspina.

Sempre il Riesame si era invece espresso qualche giorno fa sui tre maggiorenni arrestati lo ad inizio agosto 2023. I giudici hanno confermato la misura cautelare in carcere per Cristian Barone, Gabriele Di Trapani e Angelo Flores. Arriva intanto il momento dei ricorsi proprio per gli ultimi tre arrestati: si tratta di Elio Arnao, Samuele La Grassa e Christian Maronia. Spetterà ai loro legali se chiedere l’attenuazione della misura in carcere per i rispettivi assistiti.

L’appello del Garante della Privacy, i motivi

Intanto sui social starebbero circolando i video che mostrano quanto sarebbe accaduto a Palermo lo scorso 7 luglio. Proprio a tal proposito, infatti, il Garante della Privacy è intervenuto per lanciare un appello social, ribadendo rispetto regolare e tutela dignità della vittima. Diffusi anche i rischi legati a tali comportamenti e il mancato rispetto della legge.

Intanto i sei arrestati, accusati di aver stuprato la giovane vittima, sono stati trasferiti in altri istituti penitenziari. Alcuni detenuti li avrebbero presi di mira già al loro ingresso nel carcere di Palermo. Una scelta presa praticamente a distanza di poco tempo dal loro arresto, conseguenza inevitabile, specialmente alla luce degli ultimi risvolti e delle accuse a loro carico.

Chi divulga informazioni di qualsiasi tipo che possano far risalire all’identità della vittima o le condivide rischia da tre ai sei mesi di carcere”, si legge in una nota del Garante. Come se non bastasse, inoltre, l’Autorità ha emesso due provvedimenti d’urgenza, chiedendo a chi usa la piattaforma Telegram di rispettare le regole in vigore.

La diffusione e la condivisione del video costituiscono una violazione della normativa privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio, ed evidenzia anche i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali (art. 734 bis del Codice penale)“, conclude la nota del Garante della Privacy che ha spiegato quali rischi si corrono.

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