Studentessa bocciata con 6 insufficienze, il Tar la promuove. La reazione della preside della scuola

E’ stata bocciata con 6 insufficienze ma i giudici del Tar promuovono la studentessa. La reazione della preside della scuola: “Ora per lei sarà un anno duro”

E’ diventato un vero e proprio caso quello della studentessa di prima media bocciata con sei insufficienze ma promossa dal Tar. Ritornerà, quindi, a scuola il prossimo settembre ma, secondo la preside della scuola per lei non sarà un anno facile da affrontare.

Scuola disabili
Studentessa bocciata con sei insufficienze e promossa dal tar.La reazione della preside della scuola free.it

La vicenda è accaduta in una scuola media di Tivoli Terme, in provincia di Roma e, in poco tempo, la notizia della promozione inaspettata da parte dei giudici ha fatto il giro del web suscitando scalpore generale.

A decidere che la studentessa dell’Istituto Comprensivo Statale Tivoli V, di Tivoli Terme – Roma – doveva essere ammessa al secondo anno è stata una sentenza del Tar. La reazione della preside della scuola alla decisione presa dal giudice: “La sentenza avrà un valore educativo pari al messaggio che ne vogliamo dare”.

Giudici promuovono la studentessa bocciata dalla scuola con 6 insufficienze. La sentenza che fa discutere

I giudici del Tar di Roma che hanno capovolto la decisione della scuola di Tivoli di bocciare una studentessa con 6 insufficienze, promuovendola, si basa sull’assunto che “la mancata ammissione non deve essere un provvedimento afflittivo, ma educativo. Oltre a dover essere un’eccezione mentre la regola deve essere la promozione”.

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Studentessa bocciata dalla scuola e poi promossa dal Tar (Ansa)

Il caso controverso ha come protagonista una scolara di prima media che ha riportato insufficienze in sei materie: geografia, francese, matematica, scienze, inglese e musica. In consiglio i suoi insegnanti avevano deciso all’unanimità la bocciatura, ma la “sentenza” della scuola non è andata giù ai genitori della ragazza che, assistiti dagli avvocati Michele Bonetti e Silvia Antonellis, hanno presentato ricorso davanti al Tribunale amministrativo, chiedendo l’annullamento del provvedimento.

Il giudice ha accolto l’istanza presentata dai legali della famiglia della studentessa, promuovendo la ragazza alla classe successiva. Dalle carte del corpo docente sull’andamento della giovane studentessa analizzate dal giudice emerge, come riporta Open, che la ragazza: “Nel corso dell’anno ha avuto una frequenza regolare a scuola e il comportamento è stato buono. L’impegno, però, si è rivelato scarso e inadeguato, sia nell’esecuzione dei compiti che nello studio”. Secondo il Tar gli insegnanti non avrebbero considerato tutto il percorso della studentessa. Così nella sentenza i giudici scrivono: “L’alunna, dal primo mese di scuola fino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare propri voti. E la scuola ha anche le sue colpe per non aver messo a disposizione sistemi di ausilio e di supporto per il recupero”.

La reazione della preside della scuola

Intervistata dal Messaggero, la preside della scuola media di Tivoli che ha bocciato l’alunna, ha parlato del caso ammettendo: “Sono più preoccupata per le difficoltà che potrebbe incontrare la ragazza il prossimo anno e per l’interesse mediatico che ha dovuto affrontare”.

“Prendo atto delle motivazioni della sentenza emessa dal Tar, avrei dovuto essere più puntigliosa, la relazione della coordinatrice allegata agli atti probabilmente non era sufficiente”. La cronista avanza una domanda sul “fermo didattico” deciso dai docenti sulla ragazza. Come si è arrivati a tale decisione? La preside afferma che “nel primo quadrimestre (la studentessa ndr) aveva l’insufficienza in 9 discipline su 12, sicuramente nel secondo ha recuperato ma non erano sufficienze piene quelle quattro, compresa quella in italiano. Eppure durante l’anno è stata affiancata in un rapporto pressoché di 1 a 1 da un docente di potenziamento”. 

Per l’Istituto Comprensivo di Tivoli V, la scelta della scuola di bocciare la ragazza è stata sofferta ma la “ragazzina come tanti, non ha nessun certificato particolare, come ha detto la mamma in un colloquio con i docenti, aveva solo poca voglia di studiare. Il papà è venuto a lamentarsi, gli ho spiegato il nostro punto di vista, condiviso da tutti i docenti. La nostra non era una punizione ma l’intenzione di predisporre un percorso diverso per permetterle di recuperare in modo più sereno. Al di là dell’opinione personale, noi siamo una scuola e il nostro compito è recuperare i ragazzi. Sarà un anno molto complesso e mi duole questo. Sei insufficienze renderanno faticoso il percorso, in primo luogo a lei. Quanto alla sentenza avrà un valore educativo pari al messaggio che ne vogliamo dare”.

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