Belen esce allo scoperto dopo la rottura con Stefano De Martino: l’indizio social è chiarissimo. Cos’ha pubblicato la showgirl argentina.
Belen non si nasconde più. Dopo la rottura con Stefano De Martino, la modella argentina è pronta a voltare pagina. Non esiste al momento una conferma ufficiale della fine della storia tra i due, ma ci sono le foto esclusive di Chi che vedono la modella entrare in casa e ad aspettarla c’è Elio.
Imprenditore con cui si accompagna ormai da qualche tempo: De Martino al pensiero sarebbe furioso, ma non emergerebbe niente al riguardo. Se non che la sorella di lui avrebbe smesso di seguire la showgirl sui social: l’ira, poi, sarebbe soprattutto nei confronti della famiglia Rodriguez che sapeva – secondo i bene informati – della nuova infatuazione di Belen ma avrebbe tenuto nascosto il sentimento all’ex marito.
Belen non si nasconde: l’indizio social dopo la rottura
Non si sono mai separati legalmente, ma non portano più le fedi. Sta di fatto che De Martino non ne vuole più sapere. Questo emerge dalla situazione generale. Ora, però, c’è qualcosa di più concreto: dopo tanto silenzio, torna a parlare anche Belen. Un indizio in musica che descriverebbe la condizione emotiva attuale: “Non significa che mi sento uno schifo”, dice il testo della canzone, come se non fosse pentita della decisione presa.
Ci hanno provato per tre volte a rimettere insieme i pezzi, non è andata. Basta così. Tutto in poche note, su Instagram, sufficienti (forse) a chiudere un capitolo. La fine attesa, ma giusta per qualcosa che deve essersi rotto nonostante tutto. Il piccolo Santiago, comunque, continua la sua vita immerso nell’affetto dei genitori.
Lo sforzo per tenere la famiglia unita non è servito: è possibile guardare avanti, farlo insieme anche se lontani. Gli affetti più cari, quelli che restano, sono importanti: Santiago e la piccola Luna Marie. Coloro che di questo mosaico sono le tessere migliori anche se inconsapevoli, proprio come l’amore che inizia e finisce. I legami, però, nonostante tutto, restano.
