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Instagram, scatta l’allarme: perché è il social più usato dai pedofili

Published by
Maria Teresa Bianco

Il social più usato dai pedofili è Instagram. Secondo un’inchiesta sviluppata dal Wall Street Journal da uno studio dei ricercatori della Stanford University e del Massachussets Amherst il motivo è l’algoritmo

Instagram, rispetto agli altri, è il social dove i pedofili agiscono in modo più indisturbato per promuovere e vendere contenuti che mostrano atti sessuali su minori. A svelarlo è un’inchiesta sviluppata dal Wall Street Journal secondo lo studio dei ricercatori della Stanford University e dell’Università del Massachusetts Amherst.

Instagram, il social più usato dai pedofili. Scatta l’allarme, ecco perché (free.it)

Internet, si sa, è un luogo dove contenuti pedopornogafici girano liberamente in rete. Ma per il social Instagram questo è ancora più semplice perché la piattaforma di Meta promuove tali contenuti tramite i suoi algoritmi.

I ricercatori, così come riportato anche da Open: “Instagram è attualmente la piattaforma più importante per queste reti a causa di funzionalità come algoritmi di raccomandazione dei contenuti e di messaggistica che aiutano i venditori a connettersi con gli acquirenti”. Attualmente gli studiosi hanno scoperto come alcune pagine propongono addirittura listini di prezzi per video di bambini che si fanno del male. O ancora immagini di bimbi che compiono atti sessuali con animali.

Instagram, il social più utilizzato dai pedofili. Come funzionano i profili

Secondo quanto riportato dall’inchiesta del WSJ, ricercando in rete parole chiave come #pedowhore o #preteensex si arriva facilmente ad account che usano questi termini per sponsorizzare contenuti che mostrano violenze sessuali su minori.

Instagram, scatta l’allarme pedofilia. Cosa sta accadendo al social – free.it

Ma non è tutto perché spesso esce fuori che questi profili falsi vengono erroneamente passati come gestiti dagli stessi bambini. I pedofili utilizzano pseudonimi apertamente sessuali e volgari. Così, il Wall Street Journal, nella sua inchiesta, ha aperto un account di prova proprio per la ricerca. Nel giro di pochissimo tempo l’account fasullo creato appositamente a tal scopo è stato subissato di contenuti che sessualizzano i bambini dopo aver cliccato su alcuni contenuti simili.

Il social è inoltre accusato da diverse autorità di non proteggere sufficientemente la privacy dei minori dai rischi di violenza, molestie sessuali e problemi dell’immagine di sé. Questo è diventato negli ultimi periodi un tema molto caldo per diversi attivisti che si battono contro il cosiddetto “business dei baby influencer”, cioè i profili social di minori gestiti dai genitori. E’ il caso, citato anche da Open, della baby influencer Wren Eleonor che su Instagram ha un seguito di ben 17milioni di followers e i video più cliccati sul suo profilo personale sono quelli in cui la bimba fa il bagnetto nuda oppure mentre mangia cibo a forma “fallica”.

La risposta di Meta

Dopo il caso scoppiato (l’ennesimo per il social), il portavoce della piattaforma di Meta replica all’inchiesta del Wall Street Journal, dichiarando come riporta ancora Open: “Lo sfruttamento dei minori è un crimine orribile. Lavoriamo con determinazione per combatterlo sia dentro che fuori le nostre piattaforme, e per sostenere le forze dell’ordine nei loro sforzi per arrestare e perseguire i criminali che ne sono responsabili”.

“Gli adescatori cambiano costantemente le loro tattiche ed è per questo che abbiamo adottato politiche e tecnologie rigorose per impedire loro di individuare gli adolescenti sulle nostre app e interagire con loro”. Infine, Meta fa sapere che al lavoro hanno un team specializzato di persone che hanno come obiettivo proprio quello di capire come si sviluppano i comportamenti dei pedofili in modo da poter eliminare tutte le reti ritenute abusive.

Il portavoce conclude, come citato da Open: “Tra il 2020 e il 2022 questi team ne hanno scoperto 27 e a gennaio 2023 abbiamo disattivato più di 490.000 account per violazione delle nostre politiche di sicurezza dei minori. E non ci fermiamo perché continueranno a cercare di proteggere gli adolescenti e ostacolare i criminali”.

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