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Cronaca

Manganellate e colpi alla testa, la trans Bruna racconta l’aggressione e denuncia i vigili

Published by
Alessandro Artuso

La transessuale brasiliana racconta e mostra i segni della violenza subita a Milano in seguito all’arresto e alle manganellate subite alla testa da un agente di polizia locale. 

Sopra la tempia di sinistra si notano i segni della violenza, ben visibili fra i riccioli di colore nero. La transessuale brasiliana Bruna ha denunciato di aver subito delle manganellate alla testa, con tanto di spray urticante spruzzato dall’agente di polizia locale.

Bruna racconta tutto e parla di quanto avvenuto con i vigili in zona Bocconi, a Milano (Immagine Rete)

Proprio questo episodio è diventato argomento centrale sui social, specialmente in seguito alla pubblicazione del video, diventato virale, che ha indignato il web.

Il racconto

Ma la ferita alla testa è soltanto una delle conseguenze derivate dai colpi subiti. Bruna parla a Repubblica e mostra anche altri segni della violenza al gomito che la trans 42enne avrebbe subito a Milano. Nel frattempo per l’azione delle forze dell’ordine risultano sotto accusa quattro vigili che in via Sarfatti, proprio in zona Bocconi, avrebbe tentato di ammanettare Bruna, ma con metodi oggetto di approfondimenti.

Segni evidenti e causati anche dopo la sua fuga dalla vettura delle forze dell’ordine avvenuta in via Castelbarco. Bruna fatica a guardare il video, ma ora ha deciso di parlare e raccontare la sua versione dei fatti. “Ora però ho trovato la forza di denunciare. Avevo paura ma parlarne mi ha fatto capire che devo farlo perché è giusto“, spiega.

Polizia in azione e polemiche per video di un arresto avvenuto a Milano (Immagine Rete)

Proprio Bruna si è infatti presente dal suo avvocato Debora Piazza per preparare la denuncia che verrà sporta a breve presso la Procura di Milano. Sono ore difficili per la trans che parla con grande paura di quanto accaduto in quei momenti a Milano.

Necessario presentare in questi casi anche il referto medico rilasciato presso la clinica Mangiagalli, luogo in cui si è recata con l’avvocato e alcune amiche. Inizialmente avrebbe rifiutato di sottoporsi alla visita, poi la decisione di farla ugualmente.

Pronta la denuncia, proseguono gli accertamenti

La Procura di Milano attende intanto la relazione che dovrebbe dare spazio all’identificazione formale dei quattro vigili coinvolti nell’intervento. Si tratta di una decisione inevitabile per procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati: a loro carico dovrebbero pendere le accuse di lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione.

Probabilmente ciò dovrebbe però riguardare soltanto tre dei quattro vigili intervenuti. Bruna ha infatti ribadito che l’agente donna non avrebbe partecipato all’aggressione.

L’arresto di una trans e l’indignazione social per un video circolato (Immagine Rete)

Intanto sono state acquisite le immagini di una decina di video, realizzati dagli studenti della Bocconi da varie angolazioni, così da avere un quadro ad ampio raggio sull’episodio. Non bisogna dimenticare anche i filmati del sistema di videosorveglianza lungo tutto il percorso che va dal Trotterino di via Giacosa a via Castelbarco per poi terminare in via Sarfatti, proprio lì dove la trans sarebbe stata bloccata e colpita con un manganello.

Per la 42enne si segnala invece una denuncia a piede libero per resistenza e lesioni. Intanto in solidarietà di Bruna è stata organizzata dall’associazione Non una di meno organizzata nel pomeriggio (ore 17) di sabato 27 maggio 2023. Per la prossima domenica 28 maggio è invece in programma un’altra manifestazione durante la quale parteciperanno le associazioni arcobaleno (piazza della Scala ore 17.30).

Cig Arcigay Milano, I Sentinelli, Acet e Ala Milano denunciano profonda indignazione dopo aver visionato il video. “Vogliamo delle spiegazioni e che vengano presi dei provvedimenti, affinché episodi come questi non si ripetano più. “Scendiamo in piazza per manifestare contro l’uso ingiustificato e inaccettabile della forza da parte di alcuni esponenti delle forze dell’ordine. Mai più“, ribadiscono.

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