Agenzia delle Entrate, scatta l’allarme per i privati: cosa evitare per non ricevere un’ammenda di 3000 euro. Le specifiche.
Il nodo Partite Iva non si placa. Ci sono ancora molti sospesi da determinare, ma nel frattempo l’allerta è per quei liberi professionisti che incamerano ingenti somme: non si parla pertanto dei giovani o dei lavoratori a tempo determinato ma chi sceglie la libera professione a fronte di importi elevati con cui fare i conti.
L’Agenzia delle Entrate è irremovibile perchè vigila costantemente sulle operazioni presenti: significa che se risultano incongruenze fra entrate e uscite dichiarate, in special modo rispetto ai tassi di carico e professione, potrebbe scattare la tariffa sanzionatoria pari a 3000 euro extra in termini di dichiarazione.
Un’ammenda sicuramente rateizzabile ma in grado di scavallare ogni riferimento vigente. Attraverso le multe, un mese in corso può avere il tasso variabile: questo influisce sugli interessi a cumulo. Per questo il contribuente, anche medio alto, deve stare attento e dichiarare l’esatta quadratura fra entrate e uscite.
I rischi sono in caso di recidiva, perché si passa da 3000 a 8000 euro a seconda della gravità degli ammanchi. Pertanto i movimenti devono rimanere calibrati. L’agenzia fiscale in tal senso ha messo dei controlli specifici anche attraverso i portali dedicati che controllano la situazione di ciascun contribuente in maniera costante: il confronto è perenne soprattutto rispetto all’ISEE che riflette anche le spese degli altri anni. Il tenore di vita, in tal senso, è fondamentale. Non alzare mai l’asticella se non c’è una copertura adeguata che giustifica determinati comportamenti. Parola d’ordine che anche i più abituati fanno fatica a recepire.
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