Emilia-Romagna, scatta il piano per gli aiuti. Mano tesa alle vittime dell’alluvione: i contributi sono in partenza, le specifiche.
Emilia-Romagna, il calendario vede un cerchio rosso da rispettare: segno che la situazione sfollati è una priorità. Il Consiglio dei Ministri – fissato per le 18.00 – dovrà mettere nero su bianco quello che si sapeva già. Gli stanziamenti per gli aiuti ci sono: 100 milioni subito, 2 miliardi successivamente, che per le opere pubbliche potrebbero aumentare.
Veniamo all’immediatezza: le famiglie possono stare – relativamente – tranquille. 900 euro l’ammontare degli aiuti per gli sfollati. Questo è un primo passo che vede soddisfare, anche se non basta, le famiglie da 5 persone. 4 elementi percepiranno 800 euro. Le coppie, ovvero i nuclei composti da 2 persone, avranno circa 500 euro.
Tutto chiaro sulle cifre, ancora meno da dove partire. Oltre 23mila persone in attesa di risposte, anche per questo serve un commissario straordinario che si coordini con Meloni per l’emergenza: Bonaccini sembra essere il volto più adatto. La Lega fa muro, ma Zaia invita al confronto: “È normale che il Presidente di Regione ricopra un certo ruolo”.
Come dire evitiamo di azzuffarci ora che non serve. Gli alleati cercano di correggere il tiro anche perché non è solo – fortunatamente – una partita politica. Stavolta c’è in ballo la credibilità di tutti: l’Emilia-Romagna deve ripartire. Da sola non ce la può fare, malgrado gli aiuti (solidali e necessari) della cittadinanza.
Queste non sono soltanto calamità naturali, sciagure simili rappresentano il frutto di un lavoro costante che doveva essere fatto invece è stato trascurato. Il cambiamento climatico deve essere preso in carico seriamente, un lavoro di concerto tra politica e scienza. Non c’è più tempo: oltre agli aiuti servono garanzie.
Quelle che deve dare l’esecutivo attraverso manovre e fondi. Questa situazione si gestisce con la collaborazione di tutti. Anche il Fondo Europeo per la Solidarietà in prima linea. Un primo passo verso la rinascita, perchè non solo la guerra miete vittime. La noncuranza semina pressappochismo, sentiero ideale per scenari talvolta irreparabili. Non è questo il caso, ma potrebbe diventarlo se il pragmatismo non prende il sopravvento.
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