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Cronaca

Salvo Riina, figlio del boss Totò ritorna a Corleone. Scoppia la polemica in comune

Published by
Maria Teresa Bianco

Ad aprile scorso Salvo Riina, figlio del boss di Cosa Nostra Totò è ritornato a Corleone dopo aver scontato la sua pena detentiva. L’assemblea cittadina chiede l’allontanamento e scoppia la polemica

Ha pagato nella sua totalità il suo debito con la giustizia scontando 8 anni e 10 mesi di reclusione. Era lontano da Corleone dal 2017 Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del capo di Cosa Nostra Totò Riina, e lo scorso aprile ha fatto ritorno nel suo paese d’origine. Scoppia la polemica e la motivazione data dal Consiglio Comunale di Corleone è che l’uomo non avrebbe mai preso veramente le distanze dalla mafia e per questo è stato chiesto l’allontanamento dal paese del 46enne.

Salvo Riina, figlio del boss Totò contro il comune di Corleone: “Non vogliono rinnovarmi la carta d’identità” (ansa) free.it

Dopo aver vissuto in Veneto e in Abruzzo, Salvo Riina ha fatto ritorno a Corleone lo scorso 4 aprile. Ma nell’assemblea cittadina del 9 maggio si è  approvato un ordine del giorno per chiedere che il figlio del boss si allontani dal paese. Il primo cittadino Nicolò Nicolosi ha dichiarato: “Corleone vuole smarcarsi dal passato di criminalità e malaffare allontanando anche concittadini sgraditi che mai hanno preso le distanze da azioni spregevoli dei boss”.

Ed è per questo che quando Salvo Riina ha chiesto il rinnovo della sua carta d’identità il Comune non ha accettato la sua richiesta. Il 46enne, sostenuto dal suo legale fa sapere di sentirsi oppresso e perseguitato. Interviene il giudice: “Riina è un cittadino italiano libero”.

Salvo Riina ritorna a Corleone. Il comune chiede l’allontanamento dal paese

Dopo il ritorno in paese di Salvatore Riina, il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi ha spiegato perché la presenza dell’uomo non è “gradita”: “Il rispetto delle regole e gli spazi di libertà conquistati sono ormai patrimonio della nostra comunità, non vogliamo che possano essere compromessi da presenze indesiderate. Per questo abbiamo chiesto un celere allontanamento da Corleone”.

Salvo Riina, figlio del boss siciliano Totò, contro il comune di Corleone: “Mi sento oppresso” (Ansa) free.itIl terzogenito del boss siciliano Riina, punta il dito contro il comune di Corleone che non vuole rinnovargli la carta d’identità. Salvo ha tentato di procedere al rinnovo del documento nel paese in cui vive ancora la madre Ninetta Bagarella ma ricevendo un sonoro rifiuto.

Come riporta anche Open, l’ex pregiudicato ha fatto sapere in una nota stampa firmata insieme al suo legale Fabiana Guibitoso: “Nonostante abbia pagato il mio debito con la giustizia, nonostante mi sia allontanato da ogni logica delinquenziale e nonostante non abbia più nessun procedimento a carico, mi sento perseguitato, oppresso, tartassato e bersagliato per ogni cosa io faccia”. L’avvocata dell’Aquila poi conclude aggiungendo: “La notizia desta subito grande attenzione e lo stesso sindaco del paese, Nicolò Nicolosi, convoca un consiglio comunale al fine di deliberare di sollecitare le autorità e la magistratura ad obbligare il Riina a lasciare la città poiché la sua presenza viene ritenuta inopportuna, sgradita e indesiderata”.

L’ordinanza del magistrato: “Dire che Riina sia ancora pericoloso è calpestare la Costituzione”

Giuseppe Salvatore Riina è un uomo e cittadino italiano completamente libero dopo aver espiato tutta la sua condanna per reati commessi fino al 2002. Dopo aver scontato 8 anni e 10 mesi in carcere è stato sottoposto prima a sorveglianza speciale e poi a libertà vigilata per altri 8 anni e dal 2019 il 46enne non ha nessuna misura di sicurezza a suo carico.

Dopo la polemica insorta tra Salvo Riina e il sindaco di Corleone, il magistrato di sorveglianza di Pescara nell’ordinanza ha fatto presente che Riina: “ha avuto una costante adesione al trattamento rieducativo. Non vi sono elementi concreti, specifici ed attuali per ritenerlo ancora vicino ad organizzazioni criminali. Può, quindi, il sindaco di un paese, e quindi, lo stesso consiglio comunale chiedere di allontanare e/o impedire di chiedere la residenza ad un cittadino italiano, libero da ogni vincolo o prescrizione? Affermare pubblicamente che il Riina sia ancora pericoloso significa calpestare la nostra Costituzione. Continuare ad accostare il suo nome al padre, significa avere pregiudizi e preconcetti indelebili”.

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