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Economia e Fisco

Carta Risparmio 2023, come funziona e chi può averla. Cifre e modalità

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Andrea Desideri

Carta Risparmio 2023, la nuova social card è realtà: come richiederla e a chi spetta. L’ultimo incentivo in favore dei contribuenti.

La Social Card 2023 è realtà e cambia nome. Si adegua ai tempi e alle necessità: ora si chiama Carta Risparmio, ma la sostanza è la stessa. Agevola i meno abbienti e i pensionati ad andare avanti. Un incentivo di natura economica che ingloba tutti coloro che hanno bisogno di un po’ di “ossigeno” fra spese e pagamenti.

Carta Risparmio, le novità (ANSA)

La carta spetta a tutti coloro – over 60 – che hanno un reddito inferiore a 7500 euro. Lo stesso vale per le famiglie. In tal caso il reddito ISEE deve essere inferiore a 15.000 euro. Un aiuto per le spese, soprattutto in relazione ai beni di prima necessità, come quelli alimentari.

Carta Risparmio 2023, a chi spetta

La maniera utile e funzionale per andare avanti nel periodo di rincari e congiuntura. C’è tutto anche quest’anno, naturalmente sarà possibile richiederla solo a patto che si rientri in determinati requisiti: il primo è che non si percepisca MIA, il nuovo reddito di cittadinanza chiamato Misura d’Inclusione Attiva.

Come richiedere la nuova carta (ANSA)

Le polemiche in tal senso non mancano: il provvedimento fa discutere per l’esclusione dai canoni di 160mila famiglie, le quali – forse – con la social card possono respirare un po’. Non è finita: la Carta Risparmio è possibile averla solo se non si è in procinto di percepire la disoccupazione.

Raccordo fra politica ed esigenza

Altro tema spinoso, ma è considerata – nella fattispecie – un’entrata che non necessita di ulteriori incentivi. Lo scontro continua su tempi ed esigenze, ma fuori dalla politica c’è chi prova a fare i conti con le necessità di ogni giorno. La Carta Risparmio 2023 è una prima pietra nell’architettura dei bisogni primari che occorre ultimare.

Le parti sociali sperano in ulteriori passi in avanti, questo è un primo punto a cui seguiranno altri nello sviluppo della Legislatura che attualmente deve fronteggiare numerosi aspetti. Il caro vita non è il primo, ma non può – e non deve – essere neppure l’ultimo.

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