Irpef, la riforma tiene banco: per poter attuare il piano che porterà sostanziali modifiche in ambito economico saltano le detrazioni. Quali.
Riduzione delle aliquote Irpef: la voce sull’agenda di Governo è segnata in rosso, simbolo di priorità e anche una certa urgenza. Il tempo stringe e i dubbi aumentano perché per finanziare la riforma che porterà la riduzione delle aliquote Irpef dovranno essere ridimensionati sconti e detrazioni.
Nello specifico significa rivedere una parte di quelle garanzie che sembravano assicurate e invece occorrerà selezionare per evitare il tracollo. Nella fattispecie le risorse a disposizione per dare il via alla prossima manovra sembrano essere davvero esigue, come confermano i dati proposti e presentati dal Viceministro dell’Economia Leo: sarà necessario pescare all’interno delle detrazioni fiscali.
In concreto ridurre le aliquote Irpef vuol dire attingere ai 1000 miliardi di euro presenti per la riforma, il punto è che non è detto che bastino. Allora non resta altro, almeno secondo le recenti stime, che tagliare qualche incentivo. Attualmente l’imposta media pagata dagli italiani al Fisco ammonta a circa 5452 euro.
Anche se 13 milioni di persone non la pagano per via di esenzioni e detrazioni. Un terzo dei contribuenti è tagliato fuori, ma presto saranno necessari altri tagli. Vale a dire che chi aveva agevolazioni precedentemente ora potrebbe perderle. i 10 milioni di persone esentate dall’Irpef potrebbero diventare presto la metà per quella che si preannuncia una revisione del trattamento integrativo: coloro che avevano – per intenderci – il bonus Renzi e non solo potrebbero ritrovarsi fuori dalla no tax area.
Il 26% dei contribuenti ha un reddito inferiore a 15mila euro, mentre il 4% ha un’entrata pari a 70mila euro. Insieme versano il 31% del totale, l’altra parte spetta al 70% dei contribuenti che ha un reddito tra 15.000 e 70.000 euro e si sobbarca il 65% dell’Irpef complessiva. Stando così le cose, l’unico modo per intervenire è tagliare quelle misure che prevedono i cosiddetti carichi di famiglia.
Visto che il reddito singolo non può essere toccato ulteriormente, dato che è quello che deve essere agevolato da quattro a tre aliquote Irpef. È necessario, all’incirca, un 24% di tagli che saranno effettuati in quello che dovrebbe essere il recupero del patrimonio edilizio (tutti i bonus relativi a lavoro e ristrutturazione) e qualcosa inerente a oneri deducibili tra scuola e sanità.
Campi a dir poco sensibili e ancora oggi oggetto di scontro, ma la dialettica si ferma di fronte alle necessità: la riforma fiscale ha promesso – e garantito – una sferzata. Per ridurre bisogna tagliare, questo il mantra che dovrebbe snellire i meccanismi di riscossione e non solo, ma le variabili sul piatto continuano a essere parecchie. Pochi e confusi punti di riferimento che il Governo dovrà mettere in ordine.
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