PNRR, dietrofront su stadio di Firenze e Venezia: i motivi della retromarcia

PNRR, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza farà a meno degli stadi. Lo ha deciso l’Italia su spinta dell’UE: gli scenari.

Sbloccare la terza rata da 19 miliardi e farlo senza intoppi, ma soprattutto senza stadio Artemio Franchi. La stressa cosa a Venezia dove il calcio, rispetto al PNRR, passa in secondo piano. L’Italia, dunque, fa retromarcia sulle strutture e manda al mittente le idee e le intenzioni di riqualificazione.

Nardella sicuro sullo stadio (ANSA)

Secondo l’Europa queste non sono opere di primaria importanza per ristabilire un Paese dopo la pandemia. Il dietrofront dello Stivale dovrebbe ristabilire le graduatorie secondo cui lo Stivale possa ricevere la terza parte di tesoro spendibile. I fondi sono la cosa più importante, Nardella però non ci sta: “C’erano garanzie, ora bisogna ricominciare da capo”.

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Cosa intende il Sindaco di Firenze è semplice: il progetto è stato promosso e mandato in avanscoperta. Ora bisogna portarlo a termine. Via libera agli stadi nuovi – per dirla in termini meno tecnici e più concreti – era stata data nell’aprile del 2021. La macchina si è messa in moto e ora a Firenze ci sperano.

Fiorentina Inter aggressione
La riqualificazione dell’Artemio Franchi è un rebus (ANSA)

Renzi – ex Primo Cittadino e leader di Italia Viva – dice che lo stadio di Firenze non va rifatto con i soldi dei contribuenti, né con gli aiuti. Servono partner disposti a investire. Il Governo, stavolta, fa fronte comune. Il calcio non può essere, secondo la politica, l’ennesimo deterrente affinché vengano portate avanti opere pubbliche.

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Ci sono anche altre necessità. Il punto, attualmente, è trovare i fondi per portare a termine il progetto: a dirla tutta andrebbero cominciati i lavori dopo tanta teoria. Nardella assicura che i soldi ci saranno, ma tra il dire e il fare ci sono i bandi di risorse e cultura. Se nessuno è riuscito a convincere l’Europa che il Franchi e l’impianto di Venezia fossero di primaria importanza, il terreno sul nazionale è a dir poco impervio.

La diatriba, però, è appena cominciata. Per un dietrofront, potrebbero esserci altri importanti passi avanti. La politica farà i suoi, mentre i capoluoghi di Regione non saranno da meno. La promessa è stata fatta, per mantenerla servono tempo e risorse. Il primo punto non presenta problemi, sul secondo ci stanno lavorando. Resta da capire come.

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