Decreto Lavoro, il Governo studia un nuovo piano: gli sgravi fiscali sono raddoppiati, ma solo ad alcune categorie di lavoratori.
Lasciata alle spalle la Legge di Bilancio, è tempo di pensare al lavoro. Un decreto ad hoc, come chiedono da tempo sindacati e parti sociali, per tutelare le nuove professioni ma anche i ruoli più gravosi. Attenzione alle famiglie con il nuovo Assegno Unico, ma non c’è solo quello: Roccella – Ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità – ha assicurato una stretta su temi importanti, il primo riguarda gli sgravi fiscali.
In tal senso un aiuto arriverà, perlomeno questo è in bozza e al vaglio, per coloro che sono alla ricerca di colf e badanti. La figura del collaboratore domestico è da sempre controversa. Difficile trovare risorse e personale se registrare l’assunzione porta più tasse che altro. Una necessità quella di calmierare i prezzi con imposte ridotte del 15-20% per chi assume un collaboratore o una collaboratrice domestica.
Quello che serve per sperare di incentivare un mercato dove cresce la domanda, ma scarseggia l’offerta. Proprio per i motivi di tassazione, ora la situazione dovrebbe essere alla portata di tutti e tutte. Adeguarsi al trend europeo – riguardo le imposte e la figura dei caregiver – è d’obbligo. Altro aspetto imprescindibile è quello che riguarda i patrimoni nascosti.
In arrivo sequestri e multe salate per chi non dichiara i sospesi o non intende avere a che fare con l’agenzia fiscale per rimettere in pari gli arretrati. Questo vale sia per i manager, ma anche e soprattutto per gli impiegati: cambieranno, dunque, anche le politiche di assunzione. Un passo obbligato dopo l’erogazione di MIA che, a partire da novembre, sarà prassi.
Una cosa non esclude l’altra e il lavoro ingloba anche tutta una serie di accortezze che bisogna tenere. Meloni si gioca molto con questo provvedimento, per questo il compromesso con i sindacati deve esserci: motivo per cui le politiche sociali dovranno essere ancor più rigide, senza lasciare indietro nessuno ed evitando di perdonare – come si era insinuato di recente, vedasi Conte e Schlein – i furbetti. La partita è appena cominciata, ma il ritmo è già alto.
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