Gli attacchi hacker proseguono in rapida successione: presi di mira il sito della Ferrari, quello di Atac e il Ministero dei Trasporti.
“Attacchi hacker contro l’Italia russofoba”, questo il messaggio lasciato dagli esponenti di NoName, il collettivo che avrebbe promulgato i ripetuti attacchi hacker ai siti delle principali autorità italiane. Nel mirino prima la Ferrari, ma si trattava di una prova, poi l’Atac e infine il Ministero dei Trasporti.
In crescendo dunque le azioni che potrebbero portare a uno smantellamento delle piattaforme: questo si teme, ma dalle ultime ricostruzioni si pensa a semplici avvertimenti. Il sito dell’Atac, nello specifico, non avrebbe riscontrato nessun furto o appropriazione illecita di dati personali. I servizi telematici, però, sono andati in tilt.
Impossibile acquistare biglietti online e fare prenotazioni. Una cosa simile è successa alla Ferrari: sono state oscurate alcune schede tecniche per mettere in difficoltà gli appassionati, ma soprattutto gli addetti ai lavori. Il timore concreto, però, è in merito alla situazione del Ministero dei Trasporti.
Un organo di Governo sotto attacco informatico: non sarebbe la prima volta per l’Italia, ma le premesse non incoraggiano sul piano dell’esito. La sicurezza online è stata rafforzata con sistemi ad hoc, ma sembrerebbe che NoName sia riuscito a bypassarli. Una questione di priorità: per questo adesso occorre capire fino a che punto siano penetrati.
Ci sono informazioni sensibili da tutelare. Poi si penserà al resto. Compresa una maggior difesa dai cyber-attacchi anche se non è semplice. Ci avevano provato già una volta, con il sito di INPS e Agenzia delle Entrate: pensioni in tilt per diversi mesi. Ora siamo al secondo capitolo di questa incessante crociata.
Le conseguenze sono ancora da appurare, ma le autorità assicurano che nel giro di 24 ore dovrebbe tornare tutto come prima. Il tesoro di oggi sono i dati: chi riesce a mettervi sopra le mani, in qualunque modo, possiede una merce di scambio non indifferente. Al punto da indirizzare il mercato. E non solo.
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