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Milano, passo indietro sui diritti: la stoccata alla comunità LGBTQ+

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Andrea Desideri

Milano si sveglia con una novità: basta trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali. Il capoluogo della Lombardia accusa il colpo.

Milano frena sull’integrazione. Il capoluogo lombardo era stato, negli anni scorsi, un capostipite dei diritti civili aprendo al riconoscimento delle coppie LGBTQ+. Anche in occasione del Pride, manifestazione che ormai da anni popola le strade di Milano e Roma, aveva dimostrato di essere una realtà progressista non solo a parole.

Milano, Sala passo indietro sui diritti LGBTQ+ (ANSA)

I fatti avevano, almeno in Lombardia, trovato seguito e adesione. Proprio per questo il Sindaco Sala è stato eletto nuovamente dai cittadini. Oltre alla politica del lavoro, le ragioni dell’inclusione andavano di pari passo. Ora, improvvisamente, la frenata: stop alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali.

Milano, la comunità LGBTQ+ nel mirino: il tonfo sui diritti

La decisione arriva dal Prefetto di Milano Renato Saccone. Sala, in quanto Sindaco, non può far altro che adeguarsi ma non rinuncia a far sentire le proprie ragioni. Il Primo Cittadino sceglie il podcast “Buongiorno Milano” per farsi ascoltare e il messaggio arriva forte e chiaro: “La registrazione – spiega – non dipende solo dalla volontà politica. È un atto che ha a che fare inevitabilmente anche con l’apparato amministrativo del Comune. Io – ribadisce – farò di tutto per portare avanti questa battaglia. Non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria. Questo – conclude – resta un evidente passo indietro”.

I diritti della comunità LGBTQ+ nel mirino (ANSA)

Si smarca Sala, ma non è finita: il Sindaco darà battaglia per ritrovare quel tipo di riconoscimento che si era arrivati a ottenere. Gli esempi di famiglie omogenitoriali sono sempre più frequenti: lo stop, come ha spiegato ancora una volta Sala, rallenterebbe soltanto la burocrazia. Riconoscere qualcosa che già esiste, secondo molti, è una conseguenza e non un sacrificio.

Dunque, la battaglia non è solo di tipo etico: avrebbe garantito una sburocratizzazione necessaria. A fronte di quelle migliaia di famiglie che cercano risposte. Anche per questo Sala continua, sente la rappresentanza e la responsabilità di qualcosa in cui Milano è stata apripista e adesso rischia di dare l’esempio opposto. Primi nel dietrofront: uno scenario, stando al Primo Cittadino, inammissibile.

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