Manolo Portanova, condannato a 6 anni per stupro: il calciatore si difende. La sua versione sui social

Manolo Portanova è stato condannato a 6 anni con rito abbreviato. L’accusa è di stupro, ma il calciatore fa muro: la nota ufficiale.

Il centrocampista del Genoa Manolo Portanova è stato condannato a 6 anni con l’accusa di stupro di gruppo: la situazione non è facile. Il calciatore è nel mirino della Giustizia da mesi con ripercussioni anche in ambito sportivo – una cessione al Bari saltata, le convocazioni mancate a Genova per la rabbia dei tifosi.

Manolo Portanova condanna violenza
Manolo Portanova condannato per violenza (ANSA)

Prima le insinuazioni, poi la denuncia e ora la certezza di una pena che arriva come un fulmine a ciel sereno. C’era chi se lo aspettava e chi, invece, continuava a sperare. I fatti risalgono alla notte fra il 30 e 31 maggio 2021. L’abuso ripetuto della ragazza, che ha sporto denuncia, sarebbe avvenuto nel giro di un’ora.

Manolo Portanova condannato a 6 anni: la sua versione

Coinvolto anche lo zio Alessio Langella. Una vicenda che, con il passare dei mesi, s’ingrossa e assume ben altri toni. Più perentori. In maniera quasi definitiva. Basti pensare che la legale della donna asserisce che ci sarebbe stato consenso da parte della giovane, ma solo ed esclusivamente con il calciatore. Lo stupro di gruppo, che poi è il motivo della condanna, non solo non doveva esserci ma si sarebbe perpetrato in maniera “subdola e violenta”.

Manolo Portanova
Manolo Portanova, la sentenza dopo il processo con l’accusa di violenza

Una vessazione continua: “Per circa 60 minuti, forse anche più” rende noto il team di legali. Non c’è via di scampo. Ormai il dado è tratto, ma Portanova vuole esporsi ulteriormente: “Sento una storia che non conosco, mai mi sono trovato in una situazione del genere. Presto darò la mia versione”.

Un ultimo tentativo di chiarezza, anche se ogni cosa ormai appare superflua. Tutto sembra essere in salita: da questa storia non ne esce bene nessuno. Una concatenazione di eventi che mette nella condizione di premere idealmente il tasto reset. Anche se, per Portanova e la donna coinvolta, la salita comincia ora. Sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista penale. Determinate cicatrici – con le loro conseguenze – non vanno più via.

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