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Economia e Fisco

Superbonus, basta cessione dei crediti: come cambia il decreto-legge

Published by
Andrea Desideri

Superbonus, addio alla cessione dei crediti: come cambia il decreto dopo gli ultimi atti depositati in Gazzetta Ufficiale.

Arriva la firma sul decreto riguardante lo stop alla cessione del credito rispetto al Superbonus 110%, Mattarella dà il via libera per l’approdo in Gazzetta Ufficiale. Assieme al decreto legge di conversione. Il Governo Meloni, dunque, frena rispetto al passato: basta con lo sconto in fattura.

Superbonus, cambia tutto (ANSA)

Provvedimento difeso strenuamente anche dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che spiega come tale misura sia costata – in termini di liquidità – 2000 euro a testa per ogni cittadino. Con lo stop alla cessione dei crediti del Superbonus, l’impianto legislativo avrà due soli articoli. Il primo certifica la fine dello sconto in fattura e relativa cessione del credito.

Superbonus, cessione del credito addio: cosa cambia

I nuovi interventi edilizi potranno, quindi, avvalersi soltanto della detrazione d’imposta. Arriva, in contemporanea, anche il divieto d’acquisto di crediti per le Pubbliche Amministrazioni rispetto ai bonus edilizi. Specifica che serve ad arginare un fenomeno di portata recente che, come conferma Eurostat, avrebbe avuto un impatto diretto sul tasso del debito pubblico. Il secondo aspetto è quello relativo alla responsabilità solidale dei cessionari: esclusa, nella fattispecie, per chi è in possesso della documentazione relativa alle opere.

Le novità sul decreto legge (ANSA)

Iter necessario, spiega il Ministro Giorgetti, per fermare una “politica scellerata” che avrebbe portato gli sconti in fattura a un totale di 105 miliardi di euro. Sulla praticità del decreto, la svolta arriva rispetto a chi possiede un reddito non superiore ai 15.000 euro. Vale il meccanismo del quoziente familiare per cercare di risolvere il problema dei crediti incagliati. Chi comprerà crediti fiscali non risponderà in solido con chi ha venduto, a patto che dimostri di avere in proprio possesso il titolo edilizio abitativo degli interventi.

La scure sui provvedimenti in tal senso dovrebbe tagliare gli eccessi degli anni scorsi, quando il sequestro di crediti derivanti da truffe era allargato anche agli acquirenti in buona fede con il rischio di impresa portato ai massimi. Stavolta la selezione viene fatta prima, sperando che la “scrematura” sia utile per garantire un maggiore orientamento. Oltre a una doverosa chiarezza, imprescindibile per far ripartire un determinato tipo di economia.

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