Morte Alice Schembri, 17enne suicida dopo la violenza | I magistrati spiegano cosa c’è dietro il gesto estremo

Alice Schembri, la verità dopo 5 anni. Il suicidio, senza apparente motivazione, trova un’amara collocazione: cos’è successo.

“Non posso continuare a fingere così, nessuno di voi sa con cosa ho dovuto convivere”, scriveva questo Alice Schembri poco prima di togliersi la vita quel 18 maggio del 2017. Un’adolescenza sfiorita dietro un suicidio inspiegabile. La serenità fatta persona trovata senza più motivazione e con profonda rassegnazione.

Palazzo di Giustizia Agrigento
Alice Schembri, la verità sulla sua morte (ANSA)

Quell’ultima lettera, quasi a chiedere scusa, non si è mai capito di cosa. Fino ad oggi quando la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha cercato di risolvere questa complicata tragedia avvenuta 6 anni fa in quel di Agrigento. Sembrava tutto perduto, invece, un barlume di novità: le speranze sono perse da tempo. Il suicidio dopo l’inimmaginabile. Violenza di gruppo da parte di due persone, a cui si sarebbero aggiunti altri.

Alice Schembri, il suicidio figlio di una violenza: sviluppi nell’indagine

Il branco attacca, sbrana e priva di un’intimità senza apparente motivo. L’appagamento carnale diventa scelleratezza e ricatto con filmini girati appositamente per ricattare. Ricatto d’amore. Così lo chiamavano, ma dietro c’era ben altro: violenza pura al punto che la ragazza – due anni dopo il tragico pomeriggio tra dolori e rimpianti – si toglie la vita buttandosi dalla Rupe Atenea di Agrigento. Ci vanno i turisti, solitamente. Stavolta non c’è niente da vedere. Solo provare a ricordare quei momenti di profondo buio che nessuno ha saputo cogliere quando era il momento.

Agrigento Palazzo di Giustizia
Sviluppi sull’indagine di Agrigento (ANSA)

Un grido di aiuto silente che nessuno ha sentito. Violenza sessuale di gruppo e diffusione di materiale pedopornografico. Queste le accuse della DDA a due agrigentini, oggi 27enni, che vedono riaffiorare le ombre del passato. Ora si apre un altro capitolo pesante, mai quanto il macigno di una famiglia distrutta dalla disperazione.

La luce in fondo al tunnel, forse, è arrivata dopo 2000 giorni. Da scontare più che da vivere, con la consapevolezza che non fosse ancora finita. La vera disputa comincia adesso, ma l’ultima parola dovrà dirla la giustizia perché attorno alla famiglia della piccola regna il silenzio. Lo sgomento, invece, non se n’è mai andato.

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