Dopo il braccio di ferro di questa settimana tra Governo e gestori delle pompe di benzina, interviene l’Antitrust e dice la sua sull’obbligo del cartello. “Esporre i prezzi medi è inutile”. A ribadire il concetto anche un pezzo di maggioranza in contrasto con l’Esecutivo.
E’ appena terminato lo sciopero dei benzinai, ridotto di un giorno, che ad attizzare il fuoco delle polemiche ci pensa l’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato boccia senza mezze misure l’obbligo in capo ai gestori di esporre il cartello col prezzo medio.
A schierarsi dalla parte dell’ente anche Forza Italia, che palesa la sua posizione ostile al cartello dei prezzi medi regionali.
Ad inserirsi nel faccia a faccia tra Governo e addetti al settore della distribuzione dei carburanti, è l’Antitrust. L’ente a presidio della concorrenza e del mercato fa sentire la sua sull’obbligo di esposizione del cartello del presso medio regionale. Così attraverso il suo presidente: “La doppia cartellonistica prevista potrebbe perfino indurre in confusione alcuni consumatori”. Ancora contro la soluzione adottata dall’Esecutivo per combattere il caro benzina, Roberto Rustichelli spiega che l’iniziativa “non è necessaria”, ed anzi “appaiono incerti i benefici per i consumatori, a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi”.
Secondo il vertice dell’Antitrust prendere in riferimento il prezzo regionale sarebbe poco efficace, in quanto “un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza”. Il presidente dell’Agcm ritiene la misura del Governo Meloni capace di scoraggiare una “guerra di sconti” a tutto vantaggio dei consumatori. Mentre si dice qltrimenti favorevole per interventi sulla visibilità dei prezzi mediante “le rilevazioni ministeriali e la diffusione tramite strumenti tradizionali o telematici”.
A fare eco all’Antitrust è Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, con propri esponenti nella squadra di Governo, si è espresso in linea con le perplessità dell’Autorità garante. In particolare il deputato azzurro Luca Squeri, al termine dell’audizione dell’Agcm, sostiene: “Il rischio è che questo intervento possa comportare una convergenza dei prezzi più bassi verso il livello medio, con aumenti destinati a penalizzare i consumatori”.
Ancora il politico aggiunge: “Il dl rischia, insomma, di ottenere l’effetto opposto a quello voluto: una possibilità da tenere in seria condizione per apportare le necessarie modifiche migliorative nel corso dell’iter parlamentare”.
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