Non c’è soltanto Matteo Messina Denaro fra le persone arrestate: cosa emerge sull’autista Giovanni Luppino. Le novità su quanto detto poco prima del fermo avvenuto a Palermo.
L’ordinanza di custodia cautelare, disposta dal gip Fabio Pilato, ha permesso di scoprire nuovi dettagli sull’arresto di Matteo Messina Denaro. L’autista del boss è Giovanni Luppino che di mestiere fa il commerciante di olive. I due sono stati arrestati fuori dalla clinica La Maddalena di Palermo.
Nel frattempo sulla vicenda di Luppino emergono nuovi dettagli in merito alle parole pronunciate dal boss ricercato dal 1993. A carico dell’uomo pende l’accusa di favoreggiamento con tanto di aggravante mafiosa.
I carabinieri dei Ros hanno fermato Matteo Messina Denaro e l’autista Giovanni Luppino. Prima dell’arresto il boss si sarebbe rivolto all’uomo con due semplici parole: “è finita“. Il particolare è emerso nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Pilato. Per Luppino arriva a distanza di ore la decisione di trasferirlo in carcere.
L’ordinanza di Pilato fa emergere come l’uomo fosse armato e pieno di “una lunghissima serie di biglietti e fogli manoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo“, si legge nei documenti.
Ciò significa, secondo quanto riportano gli esperti, che Luppino sarebbe stato consapevole e al corrente dell’identità di chi stava accompagnando in clinica. Situazione differente rispetto alle parole dell’uomo che, invece, aveva dichiarato durante l’interrogatorio di giovedì 20 gennaio 2023 di non esserne assolutamente a conoscenza.
Intanto i Ris di Messina sono al lavoro nella palazzina che incrocia con via Marsala per dare vita a nuove perquisizioni. Allestito un tendone per repertare e analizzare qualsiasi oggetto utile alle indagini investigative. L’ipotesi è che all’interno della casa del vero Andrea Bonfede, attualmente indagato per favoreggiamento e associazione mafiosa, possano esserci documenti o altro materiale riconducibile a Matteo Messina Denaro.
Il sospetto è che anche nell’appartamento dove il vero Andrea Bonafede viveva con la madre ci siano documenti o prove su Matteo Messina Denaro. L’uomo è indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento. Il boss è invece accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e quella di via D’Amelio, ora si fa largo l’ipotesi che fino ad ora abbia sfruttato una rete di luoghi sicuri per la latitanza.
In campo le migliori tecnologie per setacciare le abitazioni, magari a caccia di bunker, intercapedini, camere blindate e tutto quello che serve per nascondere materiali importanti. L’obiettivo resta quello di risolvere possibili misteri, rinvenendo le famose carte di Messina Denaro.
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