La morte di Martina Scialdone si poteva evitare? E’ la domanda che ci si pone dopo la tragedia, considerando alcuni segnali che forse non sono stati colti al momento giusto.
Ci si chiede se l’interpretazione corretta di alcuni segnali poteva salvare la sfortunata Martina Scialdone. La 34enne è stata uccisa davanti un locale in zona Appia, a Roma, dopo una lite con il fidanzato.
Cosa si poteva fare al riguardo? Il personale del ristorante avrebbe potuto evitare il dramma se fosse intervenuto diversamente; e soprattutto dopo aver visto la donna terrorizzata rifugiarsi nel bagno?
La polemica che è seguita al tremendo episodio di violenza ha coinvolto anche il personale del locale. E’ lì che è scoppiata la lite tra la 34enne e il 61enne ingegnere dell’Enav. Dal Brado adesso provano a fare chiarezza, raccontando anche qualche dettaglio. “Martina non è mai stata cacciata via dal bagno del nostro locale, è uscita da sola e tutti eravamo ormai convinti che l’uomo si fosse dileguato perché ormai aveva abbandonato il ristorante”. E ancora si aggiunge: “Anzi, noi abbiamo tentato di proteggerla. Poi anche lei è andata via: la povera ragazza è stata uccisa a un centinaio di metri dal nostro locale, solo dopo essere stata colpita è tornata indietro ferita e noi ci siamo immediatamente attivati per soccorrerla”.
A carico dell’assassino la Procura ha formulato l’accusa di omicidio volontario aggravato, ma di più si starebbe pensando anche alla premeditazione. Costantino Bonaiuti avrebbe agito per abietti e futili motivi a danno di una persona a cui era legato sentimentalmente. Domani è previsto l’interrogatorio di convalida.
Martina Scialdone viene uccisa dal suo ex fidanzato dopo l’alterco avuto con lui al ristorante. Una volta fuori l’assassino le ha puntato la pistola e ha premuto il grilletto di una calibro 22. La giovane sarebbe spirata poco dopo tra le braccia del fratello Lorenzo. Nel frattempo Bonaiuti ha recuperato l’auto e si è diretto alla sua abitazione, di via Monte Grimano, a Fidene Colle Salario. E’ lì che gli agenti lo hanno arrestato per omicidio volontario. Contro di lui anche la premeditazione.
Da quanto si apprende Martina voleva lasciarlo definitivamente. Ma la gelosia e la separazione da ciò che considerava una cosa tutta sua, hanno mandato il cervello dell’uomo in tilt. Il tentativo di separare la propria strada da quello dell’omicida ha portato l’avvocatessa alla morte. La donna qualche tempo prima si era rivolta anche ad una psicologa. Le sue intenzioni di porre fine alla storia erano ormai assodate e quella serata doveva costituire la parola fine sulla relazione con Costantino Bonaiuti. Ma il 61enne affetto dal cancro non lo ha tollerato la decisione.
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