Fuga di Natale al Beccaria, rintracciato un quarto ragazzo | Si cercano ancora tre evasi

Continua la caccia agli evasi dal carcere minorile Beccaria di Milano. Nelle scorse ore due dei 7 ragazzi scappati si sono consegnati spontaneamente, dopo che un primo evaso era stato catturato dalle forze dell’ordine. Adesso un quarto ragazzo è stato consegnato nuovamente alla giustizia.

Un altro ragazzo latitante fuggito il giorno di Natale è stato rintracciato e riportato in istituto. Intanto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è tornato a parlare dell’evasione dal penitenziario milanese e della situazione nelle carceri italiane.

Fuga di Natale al Beccaria, rintracciato un quarto ragazzo. Si cercano ancora tre ragazzi

Quanto successo nel carcere Beccaria di Milano è l’ultima spia di un crescente e allarmante disagio giovanile, di cui tutti – ciascuno nel proprio ruolo – siamo chiamati ad occuparci. Confido che gli interventi, attuati e programmati da parte del ministero, possano contribuire a creare le migliori condizioni possibili perché non tornino più a delinquere i ragazzi ospiti degli istituti penali minorili“. A parlare è il Guardasigilli, Carlo Nordio, che sta seguendo “con preoccupazione” gli sviluppi della situazione dopo l’evasione.

Il ministro ha anche detto di essere pronto a proporre “l’istituzione di un tavolo interministeriale“, sulla devianza giovanile.

Beccaria, si cercano ancora tre evasi. Un quarto ragazzo bloccato alle porte di Milano

Nel frattempo un quarto ragazzo evaso dal penitenziario ha finito la sua latitanza. Il giovane non si sarebbe consegnato spontaneamente, ma sarebbe stato bloccato dalla polizia.

Beccaria, si cercano ancora tre evasi. Un quarto ragazzo bloccato alle porte di Milano

È stato rintracciato alle porte di Milano, in piazza Marinai d’Italia a Sesto San Giovanni, dai carabinieri e poi consegnato alla Polizia penitenziaria: è un ragazzo di origine marocchina di 17 anni. I militari sono intervenuti a seguito di una segnalazione da parte di un cittadino pervenuta direttamente in Centrale Operativa dei Carabinieri di Sesto San Giovanni per la presenza di un gruppo di ragazzi che si intrattenevano con musica ad alto volume.

Alla vista dei Carabinieri – si legge nella nota dell’Arma – alcuni soggetti si davano alla fuga ma venivano fermati dai militari: uno di essi, veniva identificato in uno degli evasi dall’Istituto Penitenziario Minorile di Milano. Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, il soggetto verrà accompagnato nuovamente al “Beccaria“.

All’appello ne mancano ora tre, italiani. Uno dei quattro ragazzi presi è già comparso davanti al giudice delle direttissime che ha convalidato il suo arresto per evasione: ha raccontato che è fuggito perché voleva andare “in una comunità terapeutica“.

Maggiorenne da alcuni mesi, di origini ecuadoriane, al Beccaria ci era finito ad aprile, ancora minorenne, con altri appartenenti alla baby gang ‘Z4’, non esattamente una banda di Latinos, dal momento che era composta da ragazzi anche italiani, alcuni addirittura meno che quattordicenni, tanto da essere non imputabili.

Proseguono intanto le indagini per ricostruire con esattezza la fuga da film con l’utilizzo anche di un lenzuolo, attraverso un cantiere aperto nel carcere da 16 anni. Il procuratore dei Minori di Milano, Ciro Cascone, ha effettuato un sopralluogo. “C’è il rischio che, se non si mandano le risorse, se non si presta massima attenzione la situazione possa degenerare facilmente – ha detto il magistrato – Sono ragazzi che vengono da storie difficili, traumatiche, da famiglie disgregate, bisogna fornire loro un approdo, un àncora di salvataggio, e non lasciarli in condizioni peggiori rispetto a come sono entrati“.

Famiglie che, però, in almeno due occasioni hanno convinto i ragazzi evasi a tornare al Beccaria. Gli evasi tornati sono stati messi in isolamento. Per loro, ultimata la fase istruttoria, è previsto un trasferimento, come già accaduto per i responsabili della ‘rivolta’ con tanto di incendi avvenuta alla notizia della fuga. Per sette, si è avuto conferma in ambiti del Ministero della Giustizia, il trasferimento è già scattato: due sono a Catania, gli altri a Bari, Catanzaro, Potenza, Palermo e Caltanissetta.

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