Morta a 7 anni schiacciata da una statua in Germania: perché l’inchiesta è ferma | Lo sfogo della madre

Lavinia Trematerra, l’inchiesta sulla morte della bambina di 7 anni schiacciata da una statua in un hotel a Monaco è ferma. La mamma: “Ora mia figlia rivive tra i bambini africani”.

“Nell’efficiente Germania l’inchiesta è ferma”. Non ci sono ancora i rilievi per le perizie e dei risultati dell’autopsia fatta ad agosto neanche l’ombra. C’è amarezza nelle parole di Valentina Poggi, la mamma di Lavinia Trematerra, la bambina di 7 anni morta schiacciata da una statua di marmo nell’albergo dove si trovava in vacanza con i genitori, a Monaco.

Lavinia Trematerra
Morta a 7 anni schiacciata da una statua in Germania: perché l’inchiesta è ferma | Lo sfogo della madre- Immagine Twitter

Non è servito nemmeno l’intervento della Procura di Roma che ha chiesto notizie. Dalla Germania è arrivata una risposta netta: “Prima chiudiamo le indagini, poi vi faremo sapere”. Ai genitori della piccola spetta anche un risarcimento, denaro che, garantisce la mamma di Lavinia, sarà investito nel “villaggio di Lalla”, in Malawi. Già, perché la sua morte ha ispirato il progetto dei genitori, che prevede una scuola, un presidio sanitario, un pozzo per acqua potabile, una mensa, un allevamento e persino un’area ludica in uno dei Paesi più poveri del continente africano . Perché Lavinia “vorrebbe così e noi così faremo”.

Lavinia Trematerra, morta in Germania travolta da una statua: il progetto dei genitori in Malawi

Valentina Poggi e Michele Trematerra sono appena tornati dall’Africa. “Un’esperienza incredibile, un viaggio doloroso. Ma ora il cuore ci scoppia di gioia”, racconta la mamma di Lavinia al Messaggero. Un progetto che serve a dare un senso alla sua morte e a cercare di aggrapparsi disperatamente a qualcosa che lei “seppur piccina, avrebbe condiviso con l’entusiasmo che caratterizzava la sua vita”.

Lavinia Trematerra
Lavinia Trematerra, morta in Germania travolta da una statua: il progetto dei genitori in Malawi Immagine Twitter

A testimonianza delle condizioni di povertà assoluta in cui vivono i bambini in Malawi Valentina racconta che “sapendo del nostro arrivo i volontari ci hanno chiesto di portare delle caramelle e hanno specificato che dovevano essere Chupa Chups. Perché una caramella normale si infila in bocca e tempo qualche minuto è finita. Un lecca-lecca invece gli può durare anche una settimana: ne leccano un po’, lo avvolgono di nuovo nella carta e lo conservano”. Perché in determinate situazioni, la vita, il tempo e persino i dolciumi assumono un significato diverso. E dove manca tutto, anche un Chupa Chups può rendere felici.

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