Carabinieri, cambia il modo di lavorare: svolta sui reati ambientali, l’Arma cambia approccio. Cosa è possibile fare.
Torino, la rivoluzione parte dalla Mole. Si comincia a parlare in maniera più approfondita di reati ambientali: in particolare rispetto allo stoccaggio rifiuti e rispetto allo smaltimento degli stessi. Terreno fertile anche per la criminalità organizzata che, ormai, agisce sul settore dei rifiuti in ogni parte d’Italia.
È impossibile oggi parlare di “terra dei fuochi” esclusivamente rispetto alle realtà del sud. Il problema esiste ovunque: è per questo che la caccia alle discariche abusive non solo è cominciata, ma si evolve in tutto e per tutto. L’Arma dei Carabinieri e l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale hanno, infatti, siglato un protocollo per agire contro i reati ambientali mediante l’utilizzo di veri e propri droni che possano garantire una mappatura dall’alto e addentrarsi nei luoghi cardine senza paura di ripercussioni.
La tecnologia entra nelle indagini. Situazione necessaria e attesa da tempo. A parlare in tal senso è Antonio Di Stasio, Comandante dei Carabinieri della Legione Piemonte e Valle D’Aosta che va immediatamente al nocciolo della questione: “Il senso di questo protocollo è dare una cartina tornasole rispetto a come devono essere affrontate le indagini nella quotidianità con i relativi problemi che presenta”.
Tradotto: non è più possibile accontentarsi di certi risultati. Occorre arrivare alla fonte del problema: i luoghi, ma anche le ripercussioni sugli stessi. I droni possono e devono dare una classificazione e un inquadramento maggiore su tutto questo: non sono soltanto uno strumento per facilitare il lavoro, ma anche un punto d’arrivo per modificarlo nella propria interezza.
Occhio umano e tecnologia debbono lavorare a braccetto. Sposa questa tesi anche il Sindacato UNARMA che, tramite i suoi rappresentanti, alla redazione di Free.it fa sapere: “Ben vengano mezzi ulteriori che facilitino il compito di stanare determinate piaghe socio-culturali e mal costume che sedimentano nel nostro Paese da tempo”. Lo smaltimento dei rifiuti, con relativo stoccaggio, resta un grande punto interrogativo: la tecnologia avanzata prova a risolvere le questioni aperte, ma servirà anche – e soprattutto – la mano dell’uomo.
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