Omicidio Cinzia Luison, il vizio del gioco dietro il raptus del marito Giuseppe Pitteri

Omicidio Cinzia Luison, l’ombra delle slot machines come movente. Uccisa a bottigliate dal marito perché gli aveva impedito di usare i soldi.

Giuseppe Pitteri avrebbe ucciso la compagna di una vita per questioni economiche. Nell’ultimo periodo Cinzia Luison viveva con preoccupazione la dipendenza del marito dal gioco d’azzardo. Tanto da portarlo da uno psicologo e rivolgersi a un avvocato per richiedere un amministratore di sostegno.

Omicidio Cinzia Luison
Omicidio Cinzia Luison, il vizio del gioco dietro il raptus del marito Giuseppe Pitteri

Ultimamente i rapporti tra i due erano diventati “freddi”, ha spiegato il Procuratore incaricato della vicenda. Anche perché all’interno della coppia era la moglie a godere di maggiori disponibilità economiche. Una condizione che Pitteri faceva fatica ad accettare, al punto da sfogare la frustrazione con il gioco, specialmente quello alle macchinette dei locali. In più l’uomo rifiutava il fatto che gli fosse stata interdetta la gestione delle sue finanze. La viveva come un’umiliazione e per questo aveva iniziato ad assumere atteggiamenti sempre più violenti, sfociati poi nel femminicidio dello scorso martedì.

Cinzia Luison, furia Giuseppe Pitteri: “Aggressione avvenuta con violenza inaudita”

A chiamare i Carabinieri era stato lo stesso Pitteri, il quale aveva telefonato al 112, poco prima che la figlia Greta rincasasse, dichiarando di aver ucciso la moglie. All’arrivo dei Carabinieri, l’uomo aveva i pantaloni sporchi di sangue, mentre Cinzia Luison era in terra, tra la cucina e il soggiorno, con la testa completamente sfasciata, i denti rotti e la mandibola fratturata.

Omicidio Cinzia Luison
Omicidio Cinzia Luison, la furia di Giuseppe Pitteri: “Aggressione avvenuta con violenza inaudita”

“L’aggressione subìta dalla donna è avvenuta con violenza inaudita”, hanno spiegato gli inquirenti sulla base dei primi accertamenti medico legali. La situazione in cui è stato trovato il cadavere viene ritenuta “poco compatibile con una iniziale versione, secondo la quale la donna sarebbe stata colpita con una bottiglia due-tre volte”. “Il tipo e la gravità delle lesioni riscontrate fa pensare a un numero di colpi ben più numeroso, sferrati probabilmente con uno o più oggetti contundenti di altro tipo. Per averne la certezza bisognerà però attendere l’esito dell’autopsia ed in particolare della Tac alla testa che verrà quasi certamente eseguita”, hanno precisato gli investigatori.

Al momento Pitteri è rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla convivenza.

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