Le indagini per la morte di Paolo Stasi potrebbero essere a una svolta. Ricostruite alcuni passaggi dell’agguato del 9 novembre dove il 19enne è stato freddato a colpi di pistola nel brindisino
I due presunti killer fermati a Francavilla Fontana (Brindisi) con l’accusa di aver ucciso il 19enne Paolo Stasi lo scorso 9 novembre hanno 17 e 19 anni. I due presunti assassini risultano entrambi incensurati. Avrebbero freddato il giovane con due colpi di pistola sparati sui gradini della sua abitazione.
Sull’omicidio indagano i carabinieri. Le immagini delle telecamere di sicurezza lunga la via di casa di Stasi sono al vaglio degli inquirenti e proprio dai video analizzati risulterebbe una persona, verosimilmente un giovane uomo, che corre lungo la stradina stretta. L’orario delle immagini delle telecamere combacerebbe con l’ora in cui il 19enne è stato ucciso.
I due giovani pugliesi sono indagati con l’accusa di omicidio volontario in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, anche se al momento nei loro confronti nessuna misura cautelare è scattata. La svolta nelle indagini potrebbe arrivare da un momento all’altro.
Nell’agguato che è costata la vita al giovane di 19 anni Paolo Stasi gli investigatori sarebbero a una svolta nelle indagini. Il ragazzo è morto intorno le 18.00 del 9 novembre 2022. Il decesso è sopraggiunto a seguito di un colpo di pistola di piccolo calibro che ha preso in pieno il petto di Stasi e da un altro proiettile che lo ha ferito di striscio alla spalla.
L’omicidio è stato compiuto in via Occhibianchi, Francavilla Fontana, indirizzo di residenza della vittima. Dai primi accertamenti sul caso sembrerebbe che il ragazzo conoscesse i suoi aguzzini. L’agguato infatti è avvenuto sulle scale di casa del 19enne, dopo che lui stesso ha aperto in ciabatte ai presunti killer.
Dai video registrati dalle telecamere di sicurezza presenti in zona, gli uomini dell’Arma avrebbero anche individuato tra i due sospettati anche l’autore materiale del delitto. A premere il grilletto sarebbe stato il più grande dei due, ovvero il 19enne coetaneo di Stasi. Mentre il complice 17enne avrebbe atteso nei pressi dell’abitazione della vittima in sella a uno scooter, pronto per la fuga. A far agire i due presunti assassini, secondo gli inquirenti, sarebbe stato uno sgarbo fatto da Paolo Stasi al coetaneo 19enne. Per ora la procura di Brindisi e quella per i minorenni di Lecce indagano sul caso e, oltre al movente, si cerca di capire dove sia finita l’arma del delitto.
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