Caos Juve, il Consiglio di Amministrazione esce di scena in blocco. Gli effetti dell’inchiesta Prisma salvano Allegri: come cambia il futuro.
La Vecchia Signora perde i pezzi. Il Consiglio d’Amministrazione della Juventus si è sciolto, con relative dimissioni di massa, poco prima delle 22 di ieri sera. La situazione è critica. Anche Agnelli dice addio, chiudendo un’era che va avanti dal 29 maggio del 2010. Oltre ai trofei vinti, Andrea Agnelli chiude anche una vera e propria rappresentanza che legava la Juventus alla famiglia più celebre d’Italia.
La volontà, adesso, è quella di ripartire anche se non sarà facile. La società bianconera rimane tale fino al prossimo 18 gennaio 2023, data in cui è previsto un nuovo Consiglio d’Amministrazione in cui dovranno essere nominati i nuovi membri. Di fatto le fondamenta della società. Nel frattempo l’inchiesta della Procura di Torino, con le accuse di falso in bilancio, prosegue e pende come una spada di Damocle sulle vicende future dei bianconeri che pensano e agiscono passo dopo passo. La prima incognita è Massimiliano Allegri.
L’uomo è l’unico “sopravvissuto” alla tempesta bianconera: un tornado che ha travolto tutti tranne lui. Allenatore voluto nuovamente al timone della squadra da Andrea Agnelli. Ora che il Presidente, assieme a Pavel Nedved e tutti gli altri membri del CDA, esce di scena, la posizione del tecnico toscano resta in bilico. La certezza rimane aggrappata a un contratto con scadenza 2025.
Non è detto, però, che le cose non possano cambiare: l’esigenza verrà palesata nel prossimo Consiglio d’Amministrazione, occorre fare di necessità virtù. Tirare la cinghia, già stretta al massimo. Anche perchè la Juventus resta sotto la lente d’ingrandimento non solo per quel che riguarda i conti. Anche e soprattutto in merito ai risultati, la partita è ancora aperta: le vittorie consecutive prima della sosta Mondiale non hanno saldato la posizione dell’ex Milan.
Malgrado il maremoto, Allegri resta sotto esame. Significa che, se dovessero esserci dei tagli da fare, la sua è la prima poltrona che salta. I costi, rapportati ai benefici, sono il primo punto all’ordine del giorno. Dato che di ordine ce n’è poco, al momento, occorre ripartire dalle certezze. La Juve che verrà continua a chiedersi se Allegri sia un valore aggiunto oppure no.
Il palmares non è in discussione: sui 9 Scudetti consecutivi, in gran parte, c’è la sua firma. Così come su ogni vittoria bianconera degli ultimi anni. Il passato, però, resta indietro. Ora conta capire, fattivamente, cosa è possibile fare e cosa no. Compreso il mantenimento di un allenatore vincente, ma profondamente discontinuo in fatto di risultati. Relativamente all’ultimo periodo, un tempo più nero che bianco, per tutti.
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