Sul caso Soumahoro dice la sua il filosofo Massimo Cacciari. Nel mirino dell’intellettuale anche il leader della sinistra radicale Nicola Fratoianni. Ecco cosa ha detto l’ex sindaco di Venezia.
L’occasione è stata un’intervista rilasciata a Il Giornale. Massimo Cacciari non perde tempo in giri di parole e punta dritto sul problema: “Io non so se Soumahoro sia una figurina. Non ho idea chi sia questo signore e di cosa abbia fatto”, dice l’ex politico.
Cacciari continua dicendo: “Può accadere un caso poco chiaro anche nel miglior partito de mondo, in una situazione politica perfetta”. E aggiunge: “Un ragionamento politico – in nessun caso – può essere declinato su una persona o su un gruppo composto da qualche persona. C’è un ragionamento di sistema da fare, semmai”, precisa ancora il professore.
Secondo Massimo Cacciari, la candidatura di Soumahoro sarebbe stata favorita da Sinistra italiana per via di una certa tendenza che avrebbe preso piede all’interno dei partiti oggigiorno. “Non c’è più nessuna struttura politica organizzata, nel senso che si intendeva una volta e nel senso proprio del termine”. L’opinionista si spinge ad approfondire il concetto: “E cioè non c’è nessuna forza politica con un processo di selezione interno che abbia una sua logia e una sua forma”. Poi prosegue: “I partiti ormai sono gruppi di persone che hanno un solo obiettivo: sfangarsela alle elezioni prossime venture. Stanno diventando comitati elettorali, e questo vale per tutti”, chiosa il saggista veneto.
Nel ragionamento di Cacciari non sfuggono le responsabilità di Nicola Fratoianni in merito alla vicenda. A suo dire il leader di Sinistra Italiana non sarebbe altro che espressione di comitati elettorali tanto criticati dall’ex europarlamentare. “Ma cosa volete che pensi Fratoianni! Fratoianni è l’ultimo esponente di uno di questi comitati elettorali, un po’ Pd un po’ sinistra, che, quando ci sono le elezioni va a caccia di voti, e avrà pensato che questo personaggio gli portasse dei voti. Punto”. Infine Cacciari auspica profonde trasformazioni: “Dobbiamo attendere qualche mutamento radicale. Ormai è evidente che viviamo in una crisi di sistema che riguarda tutti gli assetti del nostro Stato”.
Ma non solo: “Anche quelli che sembravano più lontani dalla crisi come ad esempio la magistratura. Dobbiamo attenderci dei mutamenti di Stato che possono avvenire in modo governato – sostiene altresì, allargando il discorso – se i partiti capiscono in che condizione si trovano e si rapportano alla società civile in modo serio e responsabile, e riformando i propri ceti dirigenti. Oppure – al contrario – ci sarà qualche rottura traumatica. E questo vale per l’Italia ma anche per l’Europa”.
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