Caso Soumahoro, migranti sfruttati nelle coop della moglie | Un testimone: accuse durissime

Il caso Aboubakar Soumahoro continua a imbarazzare Verdi e Sinistra. Travolto dallo scandalo sulle coop della moglie, il neo deputato nega ogni coinvolgimento ma viene tirato in ballo da un testimone.

“Era lì, portava la spesa. Era la sua famiglia. Lui era a conoscenza di quello che accadeva lì dentro. A parlare è una vittima del presunto sfruttamento di cui viene accusato il sindacalista ivoriano, finito sotto la lente della Magistratura per la gestione di due cooperative in provincia di Latina.

caso Soumahoro
Caso Soumahoro, migranti sfruttati nelle coop della moglie | Un testimone: accuse durissime

Il racconto di Youssef Kadmiri, 42 anni, ingegnere nato a Marrakesh è da brividi. Una verità ancora più dura di quella emersa fino ad ora. In un’intervista al Corriere della Sera dice di essere stato pagato “due volte in due anni”, per un totale di 6mila euro. Meno, peraltro, di quanto pattuito.

Lavorava come operatore sociale, traduceva i ragazzi che arrivavano dalla Libia, dall’Albania, dal Bangladesh e dal Marocco. “Ma poi facevo anche manutenzione e la guardia notturna. “L’orario non era giusto. Tante volte ho chiesto il contratto, sempre scuse. E lo stipendio di 1000-1200 euro non arrivava”. Ma affitto e bollette erano puntuali, e ogni volta che protestava si sentiva rispondere sempre allo stesso modo: “Mi dispiace”.

Aboubakar Soumahoro, l’accusa di un testimone: “Veniva spesso, tutti sapevano”

Youssef va dritto al punto. A comandare era la suocera, ma Soumahoro era a conoscenza delle condizioni disumane a cui erano costretti i lavoratori. Proprio quei lavoratori a cui il deputato ha giurato fedeltà in un video sui social promettendo di “essere il primo a lottare e scioperare” al loro fianco qualora si accertasse che sono stati sfruttati.

caso Soumahoro
Caso Soumahoro, l’accusa di un testimone: “Veniva spesso, tutti sapevano”

“Lui veniva, lo vedevamo spesso. Portava da mangiare”, accusa il 42enne marocchino. Rincara la dose quando parla dei minori che erano nella struttura tenuti in una “situazione grave”. Il cibo era scarso,gli davano poco da mangiare e non gli davano il poket money”, la diaria di 35 euro per le spese personali che spetta loro per legge. Adesso quei ragazzi sono stati trasferiti in altre strutture, dove ricevono vestiti, li portano in ospedale se stanno male e hanno luce e acqua. “Non è come era lì. E tutti sapevano”.

Impostazioni privacy