Reddito di cittadinanza, stretta anti furbetti: in quali casi verrà revocato

Il Reddito di Cittadinanza destinato ad essere stravolto a partire dal 2024. Nel mirino ci sono gli occupabili che costituiscono circa un terzo del totale dei percettori.

Dunque ci si avvia verso una stretta del Reddito di Cittadinanza. Allo studio del governo Meloni tutti i percorsi per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei beneficiari occupabili. Corsi di formazione obbligatori per loro e poi l’idea di cancellare la misura in modo chirurgico già dal 1° gennaio 2023.

Come potrebbe cambiare il Reddito di Cittadinanza
Come potrebbe cambiare il Reddito di Cittadinanza – AnsaFoto

Al riguardo si è però anche parlato della previsione di un cuscinetto per inserire gli abili al lavoro nel mercato produttivo a fronte di un risparmio di 1,8 miliardi per le casse dello Stato. Tuttavia l’indicazione che ha prevalso sarebbe stata quella della titolare del Ministero del Lavoro. Marina Calderone avrebbe optato per un cambiamento a partire soltanto dal 31 dicembre 2023.

All’orizzonte anche un cambiamento riguardante il Rdc, ovvero sarà erogato ancora per otto mesi a chi è occupabile, poi decadrà. A definire questo cambio di rotta la manovra Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia). Il ministro dell’Agricoltura ha dichiarato: “Diamo un termine di meno di un anno a tutti coloro che beneficiano del reddito ma possono lavorare”.

Reddito di cittadinanza: il governo Meloni riduce la platea dei beneficiari

Nei progetti del nuovo esecutivo c’è sicuramente quello di ridurre il numero di percettori. Una priorità è anche quella di rafforzare i controlli, alla luce delle molteplici truffe che sono state certificate. Secondo l’Anpal i percettori che potrebbero perdere il diritto al RdC, dovrebbero aggirarsi intorno alle 660 mila persone.

Come potrebbe cambiare il Reddito di Cittadinanza
Come potrebbe cambiare il Reddito di Cittadinanza – AnsaFoto

Una bella fetta se si considerano anche i 173 mila percettori attualmente al lavoro. Un totale dunque di circa 800 mila persone su 2,5 milioni di beneficiari. Al vaglio la previsione di un termine da imporre alla prestazione assistenziale.

Attualmente il Reddito si può ricevere per 18 mesi rinnovabili, mentre con la rivoluzione Meloni, dopo tale periodo, il percettore abile lo perderebbe, salvo per i 6 mesi utili per la formazione. Mentre, il reddito di cittadinanza verrà erogato senza la limitazione degli otto mesi sia ai fragili sia agli anziani per tutto il 2023. Il governo di centrodestra ha poi annunciato la revisione complessiva della misura nel 2024.

RdC: la proposta Durigon

Tra le proposte di riforma del Reddito di Cittadinanza, si evince quella del sottosegretario Durigon. Una sorta di via di mezzo tra l’abolizione totale e il mantenimento integrale del provvedimento del M5S. Il leghista ha pensato a un décalage: se dopo sei mesi di formazione, l’interessato continuasse ad essere disoccupato, potrebbe adire nuovamente alla misura fino a 12 mesi consecutivi, e con una decurtazione del 25% dell’importo.

Dopo altri 6 mesi si avvierebbe la sospensione ma, ancora, in assenza di lavoro la riattivazione per l’ultima volta con un altro meno 25%. Allo stato attuale i percettori possono rifiutare fino a due proposte di lavoro. Nella nuova versione ci si potrà esimere solo una volta. Ciò non varrebbe invece per anziani, minori e disabili, che continuerebbero a ricevere il trattamento.

Infine, nelle intenzioni di infittire le maglie dei controlli, anche l’ipotesi di dimostrare di risiedere in Italia, recandosi costantemente presso gli uffici preposti. Una polemica è infatti sorta sulla scia delle vicende che hanno svelato come molti percettori vivessero all’estero.

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