Morte Alice Scagni, svolta nelle indagini | Ad essere indagato non è solo il fratello

Dopo molti mesi dalla sua morte, ora sarebbero tre le persone indagate nell’ambito dell’indagine aperta dopo l’omicidio di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello Alberto lo scorso primo maggio, a Genova.

Quello di Alice Scagni uccisa il 1° maggio scorso, fu un omicidio terribile, visto che a compierlo fu suo fratello mentre la donna, madre di un bimbo di appena un anno e 4 mesi, aveva portato a spasso il cane. Ora dopo 6 mesi dalla sua scomparsa, non è però soltanto lui l’indagato, ma se ne sono aggiunti altri tre. Ecco perché.

Alice Scagni, colpo di scena sulla sua morte

Alice Scagni, la sua una morte annunciata

È la sera dell’1 maggio. Alice Scagni esce dalla casa dove vive con il marito e il loro bimbo di un anno e 4 mesi, per fare una passeggiata con il cane. Si trova a una decina di metri dal portone, in via Fabrizi, quando si imbatte nel fratello. I due iniziano a litigare e la discussione degenera. Alice e il fratello urlano. Le loro voci vengono sentite dal marito della donna e dai vicini, che chiamano il 118 e le forze dell’ordine. Quando i soccorritori arrivano però è troppo tardi, Alice è stata accoltellata a morte. Alberto Scagni viene fermato poco lontano dal luogo del delitto e portato prima in questura, poi nel carcere di Marassi.

Ben presto però emergono alcuni dettagli e si delinea il sospetto che quell’omicidio si potesse evitare. I problemi di salute mentale del fratello erano infatti ben noti e i genitori avevano più volte chiesto aiuto lamentando la scarsa attenzione ricevuta. Si parla di omissioni e si avviano gli accertamenti che hanno portato ai provvedimenti di oggi.

Le parole della madre di Scagni. Lui e il padre avevano chiesto aiuto

La sera dell’omicidio Alberto Scagni aveva chiamato il padre al telefono. “Lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia? Sai dove ca** sono?“, le sue ultime parole. Appena riagganciato col figlio, il papà aveva telefonato al 112 temendo per la vita della figlia e del genero Gianluca. La polizia che risponde alla telefonata non ritiene però ci sia un pericolo imminente. Nonostante le offese, gli insulti e soprattutto le minacce nei confronti della figlia e del genero, raccontate dai genitori.

Ho visto in modo prepotente e spietato insorgere la malattia in Alberto e progredire in modo inesorabile alimentata proprio dall’amore che aveva per sua sorella con la quale aveva sempre avuto un rapporto speciale. Ho cercato in tutti i modi che conoscevo di arginare quella malattia che mi spaventava sempre di più fino a non riconoscere più mio figlio“, la denuncia di Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto, in una lettera affidata ad alcuni quotidiani locali nei giorni successivi all’omicidio.

Abbiamo cercato aiuto nelle istituzioni. Ci siamo imbattuti in una fredda e ignorante burocrazia. Indolente ma prepotente nel suo reiterato e pigro rifiuto di farsi carico del proprio ruolo di garanzia ed aiuto verso i cittadini in difficoltà. Abbiamo chiesto a chi doveva e ne aveva il potere di fermarlo e di curarlo“. Scrisse ancora la madre dei due. 

Morte di Alice Scagni, ci sono altri indagati

Omicidio Alice Scagni, arriva la svolta

Ora dopo lunghe indagine ad essere indagate sono altre tre persone, si tratta di due poliziotti e un medico del servizio Salute mentale. Si sta procedendo per omissione d’atti d’ufficio e omessa denuncia. Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato Scagni semi infermo di mente. Per la procura, invece, Alberto sarebbe stato all’epoca dei fatti, e ad oggi, capace. I genitori ritengono sia del tutto incapace.

Secondo l’accusa il medico, davanti alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio, avrebbe preso tempo. Gii agenti invece nulla avrebbero fatto per fermare Alberto il giorno del delitto, nonostante le richieste dei genitori dei due ragazzi. “La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere. È un primo passo verso l’accertamento della verità. Auspico”, ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, il legale che assiste i genitori di Alice e Alberto: “che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni“.

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