Il ministro Piantedosi, dopo avere incontrato Cgil, Cisl e Uil al Viminale, apre a modifiche del controverso dl sui rave.
Il titolare del dicastero degli Interni è disposto a variazioni per “meglio precisare, qualora lo si ritenga necessario, i confini della nuova fattispecie penale“.
Disposto a modifiche del decreto rave ma fermo sulla confisca dei mezzi considerato “punto nodale” del provvedimento. Il ministro ha però assicurato alle parti sociali, che diritti e libertà sindacali non verranno sfiorate.
Alla Cgil, però, il passo in avanti del ministro non basta e il segretario generale Maurizio Landini chiede in ogni caso “il ritiro della norma” perché anche sul fronte dei rave, ragiona, esistono norme adeguate a rispondere alle preoccupazioni del governo.
Un decreto, ovviamente, sostenuto dalla maggioranza che però valuta alcune modifiche.
A promuovere il decreto è anche la Lega con il sottosegretario Nicola Molteni che parla persino di “rafforzarlo”. Ma nella maggioranza da giorni vanno in scena i distinguo. Se Fdi più che parlare di modifiche avanza l’esigenza di “migliorare e precisare” da Forza Italia l’obiettivo è quello “di valutare se e come definire in misura più precisa le ipotesi di reato e i tetti massimi di pena“, come dice Maurizio Gasparri, e questo per eliminare la possibilità delle intercettazioni.
L’opposizione, invece, chiede da giorni modifiche, dal Iv fino a M5S. Il timore è che la norma possa essere estesa a raduni e occupazioni di varia natura, non solo dunque limitata ai festival tecno in terreni o edifici occupati.
Sulla norma relativa ai rave ha parlato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Se qualcuno ha idee per migliorare la norma il Parlamento esiste per questo, e siamo disposti ad ascoltare, purché le critiche non siano pretestuose. Ho sentito dire che noi vogliamo vietare le manifestazioni, ma non è così, è una cosa lontana dalla mia storia”. Parole che sono arrivate durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. “Il tema – ha continuato la premier – non è vietare che la gente si diverta ma che ciò si faccia illegalmente”, che poi ha concluso “Facciano altre proposte, ma non siamo la repubblica della banane, su questo non intendo tornare indietro“.
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