Covid: fuga del virus dal laboratorio a Wuhan | Ci sono nuovi dettagli

Si accendono i riflettori nuovamente sull’origine del Covid. L’ipotesi secondo cui il virus fu manipolato nei laboratori di Wuhan non è da scartare. A dimostrazione di questa nuova tesi tre fattori decisivi

Ritorna di nuovo l’ipotesi secondo cui l’origine del virus sia sfuggito dai laboratori per carenza dalle procedure di sicurezza. Questa notizia era già circolata nel 2020 per poi essere scartata. Oggi si ritorna a parlare dell’origine e l’argomento riaccende gli animi. Alla base delle cause che hanno portato alla diffusione dell’epidemia da Covid-19 si insinua nuovamente l’ipotesi di una fuga da un laboratorio cinese.

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Covid, fuga del virus da laboratorio di Wuhan, nuovi dettagli (Ansa)

Il Wuhan Institute of Virology è il luogo dove su facevano esperimenti di manipolazione dei ceppi virali, compreso il coronavirus. Solo che in questo caso, qualcosa non è andato come doveva e il resto è storia. Sicuramente la prova schiacciante che consentirebbe di dimostrare con esattezza che il virus del Covid-19 è uscito da un mercato di animali o, per errore da un laboratorio, non si troverà mai.

Ma l’idea che il virus sia stato manipolato nei laboratori e sfuggito alle misure di sicurezza nelle ultime settimane ha preso sempre più forza. All’inizio, il maggior sostenitore di questa ipotesi fu l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump che aveva soprannominato il Covid -19 “kung flu”. Ma ora, a distanza di due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia, l’ipotesi avanzata dall’ex presidente Trump sembra ritornare. Cosa c’è di vero?

Covid, spunta di nuovo l’ipotesi dell’origine del virus | Il laboratorio di Wuhan e i fattori della manipolazione

Inizialmente nessuno crebbe all’ipotesi avanzata da Donald Trump secondo cui il Covid-19 era opera dei cinesi. Molti, all’epoca, si erano tirati indietro, allontanati dalle parole dell’ex presidente americano. Eppure già allora il capo della CDC di Atlanta, Robert Redfield, dava invece credito, all’ipotesi dell’errore di laboratorio.

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Covid, fuga dal laboratorio di Wuhan, spuntano nuovi dettagli (Ansa)

A spazzare via ogni dubbio su l’ipotesi iniziale dell’errore di laboratorio, nel febbraio 2021 fu la stessa Organizzazione mondiale per la sanità, (WHO) che definì improbabile l’intervento umano in questa circostanza. Poco dopo a metà del 2022, l’autorità planetaria della salute cambia idea e invita ad indagare sull’incidente di laboratorio.

Recentemente si è tornato a parlare di tale ipotesi e sono tre i fattori che hanno spostato l’ago della bilancia a favore di un “errore di laboratorio”. Si parte da un documento della Commissione Sanità e Istruzione del Senato. Il rapporto che porta la firma del senatore Richard Barr, raccoglie gli indizi di un incidente di laboratorio che ha consentito la fuga di un virus manipolato. In particolare si pone l’accento sulla velocità inverosimile con cui due team di scienziati siano riusciti a fabbricare un vaccino in meno di due mesi.

I due fattori che fanno pensare alla manipolazione del virus

Il secondo fattore che avvalora l’ipotesi di una manipolazione del virus in laboratorio è un saggio di 40 pagine nato dalle ricerche di un’equipe di giornalisti di Vanity Fair e di ProPublica. Nel saggio sono analizzate, per ben 5 mesi, tutte le comunicazioni uscite dai laboratori cinesi e le interazioni con il Comitato centrale del Partito comunista. Molte comunicazioni fanno pensare che a novembre 2019 i laboratori di Wuhan siano stati travolti da un’emergenza importante tanto da aver mobilitato anche il vertice del PCC.

Mentre, il terzo fattore è uno studio scientifico pubblicato da tre scienziati secondo i quali l’origine non naturale del coronavirus va ricercata nel mondo in cui sono attaccati i vari segmenti del genoma. In natura gli enzimi di restrizione, chiamate restriction site, compaiono in modo casuale e in misura limitata lungo la catena del genoma. Ma quando sopraggiunge l’intervento dell’uomo questi tagli sono, al contrario, molto più numerosi e non appaiono casualmente ma sono ben distanziati.

I tre autori dello studio sostengono di aver sperimentato questa loro teoria sul genoma del Covid, confrontandolo con quello di altri 70 coronavirus trovati in natura. La differenza è evidente. Dai risultati ottenuti dai ricercatori, la scienza si è divisa in due: tra coloro i quali hanno considerato certa l’origine animale del virus, andando, difatti, contro i tre scienziati; è quelli che invece sono rimasti colpiti dalla semplicità del metodo usato dai tre ricercatori al punto da riprodurre l’esperimento sui database dei loro campioni, alla ricerca di conferme. Si arriverà a considerare molto probabile la manipolazione genetica del Covid anche se non si avrà mai la certezza definitiva.

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