Il caro bollette pesa sempre più sui bilanci degli italiani. A chiudere stavolta è il “Cavaliere”di San Giorgio, l’unico punto vendita di alimentari in un paese dove adesso rifornirsi di cibo è diventato un problema.
Succede nel borgo romagnolo di San Giorgio di Cesena, nell’omonima provincia. Quattro mila persone sono adesso senza un supermercato dove potersi recare a fare la spesa. E’ infatti prevista domani la chiusura dell’unico punto vendita del paese, lasciando gli abitanti del luogo a corto di supermercati. Motivo della chiusura è il caro bollette dovuto alla crisi energetica e alle speculazioni del mercato. Una storia di paese, come tante ce ne sono, la quale affonda le sue radici nel tempo risalendo fino alla vecchia proprietà, quando l’insegna era quella della Conad.
La chiusura del precedente supermarket, nel momento in cui la famiglia che lo gestiva decise di ritirarsi, generò una sollevazione popolare. Fu in quell’occasione che giunse l’attuale gestione, oggi con le spalle al muro dall’impennata dei consumi delle materie prime.
Alla fine non ce l’hanno fatta i proprietari dell’unico supermercato dove si rifornivano gli abitanti del borgo di San Giorgio di Cesena. Le bollette esorbitanti hanno messo kO l’attività commerciale, vero punto di riferimento di tutto il paese. Sei mila euro solo per il gas. Poi le altre utenze e spese di gestione. Troppo per gli esercenti, che alla fine hanno gettato la spugna. Da tempo il punto vendita apriva registrando ogni giorno un importante passivo. La decisione è stata dunque quella di abbassare la saracinesca.
Rimangono disoccupate due commesse. Mentre i 4 mila residenti, per fare provviste, dovranno fare spola con i centri vicini L’alternativa resta l’aiuto che i congiunti potranno fornire venendo da fuori. Una soluzione che comunque non sarebbe garantita a tutti.
Sul caso è intervenuto anche Enzo Lattuca, primo cittadino della graziosa comunità adesso nel panico: “C’è un tema generale ed è che questa crisi per chi era già in difficoltà, per chi aveva economie più ridotte, rischia di rappresentare il colpo di grazia”. Il pensiero va alle piccole attività del posto, che, una volta chiuse, scompaiono per sempre. Ma le preoccupazioni riguardano anche gli anziani, che difficilmente potranno recarsi fuori paese per rifornirsi dei generi alimentari necessari.
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