Complice il Covid, che catalizza da circa 3 anni tutte le attenzioni in materia, il virus “australiano” ha esordito indisturbato lo scorso mese di giugno, anche in Italia. A riscontralo in 16 bambini sono stati i medici dell’ ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Il precoce esordio dell’influenza preoccupa gli italiani, anche perché in autunno si teme una sovrapposizione col Covid. I primi casi registrati in Emilia Romagna e Liguria, ma a novembre si attende l’abbattersi della epidemia con tutta la sua virulenza.
L’influenza “australiana” è stata confermata dell’equipe dei medici nel nosocomio romano, e in particolar modo dai ricercatori dell’Area di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia. I 16 piccoli pazienti hanno tutti contratto il virus H3N2. Il primo caso 3 mesi fa.
“La caratterizzazione di un virus è un’indagine di laboratorio che ci consente di scoprirne le caratteristiche e di capire se si tratti di un patogeno sconosciuto o già noto” – sostiene Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia dell’ospedale Bambino Gesù. “Nei nostri pazienti è stato individuato l’H3N2, una tipologia relativamente comune che circola negli anni” – continua il medico; che poi aggiunge come il virus sia arrivato in anticipo dall’emisfero meridionale, compresa l’Australia. Secondo Perno nei mesi a seguire l’ondata di contagi sarà importante. Ad approfondire l’argomento ci pensa Alberto Villani, del Dipartimento di Emergenza, accettazione e pediatria generale. Villani spiega come i sintomi saranno quelli tipici di stagione: “stanchezza, dolore a ossa e muscoli, febbre e problemi all’apparato respiratorio e gastro-intestinale”, con effetti aggravati nei soggetti a rischio.
Villani aggiunge che il rimedio è rappresentato dal vaccino. L’esperto consiglia di “Vaccinare contro l’influenza tutti i bambini, soprattutto se fragili, a partire dai 6 mesi di età”. Al riguardo lo specialista avverte che la diffusione del virus “australiano” potrebbe coincidere con una ripresa dei casi di Covid-19.
“La doppia vaccinazione, antinfluenzale e anti-Covid, è particolarmente importante e indicata per tutte le fasce di popolazione più fragili”, insiste il dirigente medico, che infine conclude: “Il vaccino è uno strumento sicuro per proteggere sia loro che i soggetti a rischio del nucleo familiare”.
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