In chiesa arrivano le offerte digitali, da oggi si accetta l’elemosina con Satispay: i fedeli potranno fare donazioni tramite smartphone.
Anche la chiesa entra nell’era digitale e dichiara guerra al contante. A Torino c’è una parrocchia, quella di Santa Giulia nella zona di Vanchiglia, in cui Don Gianluca Attanasio ha introdotto un sistema di offerte elettroniche, attraverso Satispay, che permetterà ai fedeli di fare donazioni ai più bisognosi semplicemente con un click sul cellulare.
Come in negozi, ristoranti e locali: l’offertorio diventa smart. Per renderlo digitale è stato attivato un account parrocchiale. Così, accanto alla classica cassetta in cui normalmente vengono inserite monete e banconote, il parroco di Santa Giulia ha apposto un Qr code. I fedeli potranno decidere di pagare attraverso uno dei metodi di pagamento più usati in Italia, semplicemente inquadrando il codice che li reindirizzerà all’app Satispay.
Accanto al Qr code da scansionare per lasciare l’offerta è stato posizionato un cartello su cui si legge: “Sei a corto di monete? Lascia l’offerta con Satispay”. Il metodo agevolerebbe chi pur volendo lasciare qualcosa si ritrova senza spicci nel portafoglio. E, in più, permetterebbe di superare tutte quelle problematiche legate al contatto con banconote e monete, che ci hanno “accompagnato” durante tutta l’emergenza pandemica.
I metodi di pagamento elettronico sono sicuramente più in voga tra giovani e giovanissimi, tuttavia è anche vero che Satispay è un’applicazione che ormai usano in tanti, anche tra gli anziani. Non vi saranno poi problemi legati alla privacy: il sistema è stato progettato per registrare il nome di chi ha donato, ma non il suo cognome. E della transazione non resterà traccia nella memoria del programma.
C’è da aggiungere, inoltre, che questa metodologia rappresenterà un guadagno per tutti. Questo perché che non si dovranno pagare le commissioni per le donazioni inferiori a 10 euro. E c’è da ricordare che per quelle benefiche, ad esempio quelle destinate alle onlus, non sono previste neanche commissioni.
Sicuramente il digitale permette di creare maggiori connessioni ma in alcuni casi ci disarticola dalla comunità e ‘disconnette’ le relazioni. Forse lasciare la classica manciata di spiccioli non è chic e fare una donazione tramite app è sicuramente una possibilità in più. Ma la domanda che i più tradizionalisti si fanno è legittima: “E’ giusto smaterializzare anche il singolo gesto di carità?”. Ma soprattutto: “Per quanto ancora resisteranno le offerte tradizionali?”.
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