Alberto Genovese condannato a 8 anni e 4 mesi, aumentata di 4 mesi la pena richiesta dalla Procura. L’ex fidanzata Sarah Borruso condannata a 2 anni e 6 mesi.
A poco meno di due anni dall’arresto è arrivata, oggi, la sentenza di condanna sui due casi di violenza sessuale di cui è accusato Alberto Genovese. L’ex imprenditore del web ha violentato, dopo averle rese incoscienti con mix di cocaina e ketamina, due modelle. La prima di 18 anni, nel corso di una festa lo scorso 10 ottobre 2020 nel suo attico Terrazza Sentimento. L’altra di 23 anni durante un soggiorno presso una villa di lusso a Ibiza nel luglio precedente.
Secondo i pm, i sostituti Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini con il Procuratore aggiunto Letizia Mannella, Genovese avrebbe avuto la “piena volontà” di abusare delle sue vittime, attirate nelle sue proprietà con il pretesto dei festini a base di alcol e droghe. E quando queste perdevano il controllo, le violentava senza remore.
Oltre all’accusa di violenza sessuale Genovese era imputato anche per cessione e somministrazione di stupefacenti: un “quadro di devastazione umana” secondo il pm Stagnaro, in cui drogare le sue vittime trasformandole in veri e propri oggetti delle sue perversioni era il solo “modo di concepire la sua vita sessuale”.
Una vicenda dolorosa per le vittime, una storia di di sesso e droga, tanta droga, talmente tanta che le persone stavano male dopo che assumevamo la sostanza per tre giorni o “dopo che per cinque non si andava a dormire”. “C’era un mischione continuo di ogni genere di sostanza”, ha dichiarato Genovese in una delle ultime udienze davanti al gup Valori.
C’era cocaina, c’era ketamina, c’era 2C-B, c’era MD, c’era marijuana: si faceva uso di sostanze e poi ci si buttava in piscina per un bagno. La droga era ovunque: “nei piatti, sul muretto accanto alla scala, a bordo piscina. Anche in camera mia”, dichiara Genovese che definisce i party nelle sue proprietà veri e propri “incontri di tossicodipendenti che vivevano una sessualità priva del suo valore, in modo promiscuo, svalutante”.
Secondo quanto sostenuto dall’imprenditore l’arresto è arrivato poco prima che la situazione diventasse, per lui, irrecuperabile: “Sono stato arrestato a un pelo dalla morte”, ha dichiarato Genovese. “Il mese tra il sequestro dell’attico e l’arresto è stato di gran lunga quello in cui mi sono drogato di più. Se non mi avessero arrestato, sarebbe stato l’ultimo, ho veramente toccato il fondo“, ha aggiunto.
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