L’OMS annuncia che il mondo è vicino alla fine della pandemia da Covid-19. Dopo due anni e mezzo, milioni di morti e l’economia mondiale in ginocchio, ecco forse la luce in fondo al tunnel.
Può darsi che si è prossimi a tirare un sospiro di sollievo. E’ quanto si sta sperando dopo il confortante intervento dell’OMS a cura del suo direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus.
L’alto funzionario dell’agenzia ONU ha dichiarato che “La scorsa settimana il numero di decessi settimanali per Covid-19 è sceso al minimo da marzo 2020”. Adhanom ha anche aggiunto che “Non ci siamo ancora, ma la fine è a portate di mano”.
La dichiarazione della prossima fine della pandemia è stata data nell’ambito della 72a Sessione dell’ OMS Europa in corso in Israele a Tel Aviv. Per l’occasione erano presenti all’importante consesso mondiale i ministri della salute e gli esperti di tutti i 53 Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nella seconda sessione dell’incontro è stata data evidenza ai casi di persone in Europa soggette al Long Covid durante i due anni di pandemia. La cifra è pari a circa 17 milioni di individui. Lo scenario più plausibile al riguardo è stato quello che queste persone dovranno convivere con gli effetti del Covid ancora per i prossimi anni.
Le indicazioni sul Long Covid hanno mostrato un aumento di casi del 307 % con riferimento al periodo 2020-2021. Inoltre il rischio di Long Covid “aumenta drammaticamente tra i casi gravi di infezione che necessitano di ricovero, con 1 donna su 3 e 1 maschio su 5 che possono sviluppare la malattia a lungo”. Secondo quanto si apprende le donne ne soffrirebbero doppiamente, “Anche se c’è ancora molto da imparare sul Long Covid, in particolare su come si presenta nelle popolazioni vaccinate e come influisce sulle re-infezioni – si sostiene dal convegno – questi dati evidenziano, più investimenti, più sostegno e più solidarietà con coloro che soffrono di questa condizione”.
Hans Henri Kluge direttore regionale dell’OMS per il continente europeo ha anche sottolineato che “Milioni di persone della nostra regione, a cavallo tra Europa e Asia centrale, soffrono di sintomi debilitanti molti mesi dopo la loro iniziale infezione in silenzio”. Il Direttore ha infine invitato governi e partner sanitari a “collaborare per trovare soluzioni basate su ricerche e prove”.
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