Miriam Leone, successo e insicurezze. Ossimoro della celebrità che, nel caso dell’attrice, trova riscontro nel bullismo: la confessione.
Miriam Leone, le luci della ribalta per offuscare le ombre dell’intimità: la celebre attrice – che ha prestato il volto a mille caratterizzazioni e altrettanti personaggi – è pronta a rimettersi in gioco con la sua bellezza disarmante. La propria virtù – professionale prima e personale poi – è un’arma a doppio taglio: l’illusione di poter essere perfetta rischia di diventare un boomerang e per lei, spesso, lo è stato.
Ha raccontato tutto questo in occasione della presentazione di uno dei suoi ultimi film: “Corro da te”, dove interpreta una donna con disabilità. “Mettermi alla prova – racconta – con le complessità della vita mi ha aiutato a capire un altro punto di vista”. La perfezione non esiste, a maggior ragione se diventa un’ossessione.
Miriam Leone, il più delle volte, rischia di essere risucchiata da questo luogo comune. Anche se lei, ormai, ha imparato a gestire il peso delle parole e delle critiche di chiunque. Forse perchè comprende più di chiunque altro cosa significa essere feriti per una frase sbagliata: un atteggiamento fuori luogo può segnare per tutta la vita.
È successo anche a lei: oggi vive e convive con una celebrità che può essere un onere oltre che un onore, ma prima – in un passato che sembra lontano, non abbastanza per dimenticarlo – doveva fare i conti con quelli che le avevano detto essere i propri “mostri”. Difetti ricorrenti che, se enfatizzati, possono ghettizzare una personalità arrivando ad annullarne le peculiarità più interessanti. La differenza la fanno i particolari, l’ha capito dopo Miriam Leone.
Lo racconta al Corriere della Sera, quando, nel corso di una lunga intervista, rivela: “Mi prendevano sempre in giro per le sopracciglia pronunciate. Mi chiamavano Elio e le Storie Tese, alcuni lo fanno ancora. Io ormai ci rido, ma certe cose possono ferire se dette con cattiveria”. Una consapevolezza arrivata anche dall’esperienza e, in parte dalla celebrità, ma i fantasmi del passato – se mal gestiti – possono riacutizzarsi e compromettere un equilibrio solido conquistato poco a poco. La vita non è un film e, spesso, il lieto fine è accompagnato da sacrifici impensabili.
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