La campagna elettorale ormai è partita a pieno ritmo ma i partiti stanno ancora cercando l’impostazione per poi correre spediti. Ci saranno comizi sulle spiagge e incontri nei bar, all’aperto. Ma i temi saranno più o meno sempre gli stessi. Al quotidiano online Free.it Piero Ignazi, politologo dell’Università di Bologna.
Ormai lo sanno tutti, si vota il 25 settembre per il rinnovo del parlamento. E in una campagna elettorale improvvisa, i più spiazzati sembrano i partiti del centrosinistra, che contavano di finire il mandato con Draghi a Palazzo Chigi. La destra, invece, aveva fatto i suoi calcoli e nel momento esatto in cui ha staccato la spina al governo, è partita per il suo tour elettorale. I programmi non ci sono ancora, è troppo presto. Ma qualche indicazione la possiamo cogliere anche già in queste prime fasi. Al quotidiano online Free.it Piero Ignazi, politologo dell’Università di Bologna.
Che tipo di campagna elettorale è iniziata?
“Da queste primissime battute è ancora difficile capirlo. Perché può essere una campagna destra contro sinistra, oppure destra contro fronte progressista tutti uniti gli uni e gli altri e armati fino ai denti. Oppure si può prospettare una campagna in cui cominciano a emergere delle divisioni all’interno del campo di centro sinistra. Questo è l’interrogativo. Mentre per la destra sarà una campagna molto compatta, unita. Perché sentono l’odore della vittoria e invece c’è ancora molta incertezza su come affrontare questa competizione elettorale sul fronte opposto”.
In Forza Italia ci sono state delle defezioni. Come la vede?
“Ma guardi, in Forza Italia vale quello che fa Berlusconi, il resto conta poco, è del tutto irrilevante ai fini della campagna elettorale se alcuni esponenti, anche storici del partito, si sono defilati. Berlusconi, nel momento in cui non ha votato per Draghi, ha scelto su quale carro salire per avere un suo tornaconto personale”.
Fratelli d’Italia come si sta muovendo dal suo punto di vista?
“Giorgia Meloni si sta muovendo in maniera intelligente e con abilità. Il problema di Fratelli d’Italia è che dietro di lei non c’è molto, se non tre o quattro esponenti di origine missina più Crosetto che è l’unico personaggio con uno spessore un po’ diverso e che ha una storia differente. Poi c’è stato l’attacco del New York Times ieri e non è che l’inizio ma questo crea più danni che vantaggi. Lo vedemmo anche all’epoca con il The Economist contro Berlusconi. Sono cose che danneggiano la sinistra molto più di quanto non facciano con la destra”.
Invece Salvini, che spazio si sta ritagliando?
“Dal punto di vista politico Salvini è molto indebolito rispetto a Giorgia Meloni. Del resto, i rapporti di forza sono quelli che contano e dimostrano che ormai c’è una tendenza favorevole per Fi a scapito della Lega”.
Sarà una campagna molto veloce e per niente innovativa oppure, proprio perché è fulminea, ci sarà qualche novità?
“Forse ci sarà un po’ più di attenzione a tutte le questioni legate all’ambiente, alla transizione ecologica, al cambiamento climatico. Ma credo che sarà l’unico elemento di rinnovamento nel vocabolario classico delle campagne elettorali italiane. La destra continuerà a utilizzare i suoi temi cari, gli slogan, le promesse. E la sinistra lo stesso”.
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