Insigne si presenta al Toronto. Non mancano, ovviamente, riferimenti al Napoli: a tal proposito l’attaccante parla di una lite con il padre.
Insigne, inizia l’era post Serie A. Il campione, che ha sempre giocato con il Napoli, ora si cimenterà con il Toronto. Complice il lauto ingaggio che gli hanno offerto. Di numeri, in questi mesi, si è parlato fin troppo: l’attaccante deve dimostrare di saperli fare sul campo. Le premesse sono ottime, per quello che ha fatto a Napoli e con l’Italia.
Finora un video di saluto ai tifosi canadesi, poi il momento – più atteso – della conferenza stampa: le prime parole da giocatore del Toronto. Ai tifosi partenopei sarà scesa una lacrimuccia, anche se il numero 24 ha rassicurato: “Napoli e il Napoli saranno sempre nel mio cuore”. Risolte le “questioni di cuore”, si torna a parlare di futuro con la diatriba sul ruolo: più attaccante o rifinitore?
Insigne non si crea problemi e alle provocazioni risponde così: “Su questo – dice – potrebbe rispondere mio padre Carmine. Ho avuto, nel tempo, una lite piuttosto accesa con lui. Tu sei un attaccante, mi diceva sempre, devi segnare. Io non gli davo ascolto mai, preferisco giocare per i compagni. Confezionare l’assist, ma mi sento ugualmente un attaccante perchè ho il senso del gol”.
Sul ruolo, dunque, non ci sono dubbi. Resta ora un’ultima curiosità: perchè ha accettato il Toronto? Troppo facile basare tutto sulla rendita economica, anche se i primi dissapori a Napoli sono iniziati proprio per quel motivo. Il muro contro muro con De Laurentiis ha messo in luce delle crepe difficili da risanare. Insigne, tuttavia, argomenta così la scelta di sposare il progetto canadese: “Sono venuto qui anche per i miei figli. Voglio dar loro un futuro migliore. Questo è l’ultimo contratto importante in una carriera, volevo garanzie e le ho ottenute”.
Insomma, non solo una questione economica, ma quasi. Il centravanti il salto di qualità avrebbe voluto farlo a Napoli, per chiudere la carriera dove è cresciuto: non è stato possibile. Si guarda avanti, con un occhio al passato, perchè quello con Napoli non può – né potrà mai – essere un addio.
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