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Donald Trump, una super testimone lo mette nei guai | Di cosa lo accusa la 26enne

Published by
Ludovica Allegri

Donald Trump nuovamente nei guai. Una super testimone ha rivelato particolari inediti e pericolosi sull’ex presidente USA. Si apre la strada per un’inchiesta penale.

Non avrebbe agito in buona fede il presidente Donald Trump, anzi sulla vicenda di Capitol Hill, avrebbe avuto una parte importante. È quanto è venuto fuori nelle audizioni pubbliche dell’inchiesta parlamentare sull’assalto al congresso del 6 gennaio.

Donald Trump, una super testimone lo mette nei guai

La deposizione della 26 enne Cassidy Hutchinson, assistente dell’ex chief of staff Mark Meadows con accesso alle segrete stanze del potere, ha oggi avuto l’effetto di una bomba. Ha accusato l’ex presidente Donald Trump di aver istigato i suoi fan a marciare sul Capitol Hill per ribaltare l’esito del voto, che aveva dato la vittoria all’attuale presidente Biden, pur sapendo che alcuni erano armati. Inoltre di aver tentato di unirsi a loro afferrando il volante della limousine presidenziale, dopo che il Secret Service si era opposto. Per l’ex presidente un effetto politico-giudiziario devastante, considerato in America un vero e proprio “epitaffio“. 

Questo infatti mette molto in forse, la ricandidatura del tycoon nel 2024, già insidiata da giovani leader repubblicani emergenti, pronti a raccogliere la sua eredità. Primo fra tutti il governatore della Florida Ron De Santis. Ma non solo, questa testimonianza shock, secondo molti esperti legali, spiana la strada ad un’inchiesta penale. Secondo il racconto della 26enne era stato l’avvocato della Casa Bianca Pat Cipollone ad avvisare dei rischi giudiziari per Trump se avesse marciato su Capitol Hill insieme ai suoi supporter: Ci accuseranno di ogni crimine immaginabile” sono state le parole riportate dalla ragazza. 

Donald Trump, una super testimone lo mette nei guai. Cade l’alibi dell’ex presidente

Gli esperti ritengono che la deposizione della Hutchinson tolga all’ex presidente l’alibi di aver agito in buona fede, nella convinzione dell’esistenza di brogli elettorali.

Donald Trump, la super testimone Cassidy Hutchinson lo mette nei guai

Già si elencano i possibili reati commessi: ostruzione di una procedura parlamentare (la certificazione del voto), cospirazione per truffare gli Stati Uniti (lavorando per ribaltare l’esito delle elezioni) e incitamento alla rivolta. Peraltro c’è già un precedente, in un caso civile, dove un giudice ha concluso che Trump e uno dei suoi legali, John Eastman, hanno già commesso probabilmente i primi due reati. Da più parti quindi si fa pressione sul ministro della giustizia Merrick Garland affinché apra un’inchiesta penale contro Trump, che potrebbe portare al primo processo contro un ex presidente, con effetti socio-politici dirompenti. Garland sembra al momento molto riluttante ad affrontare la questione, che sostanzialmente verte su tre decisioni importanti. 

La prima è valutare se ci siano prove sufficienti per convincere una giuria che Trump ha commesso crimini oltre ogni ragionevole dubbio. La seconda è scegliere se mantenere il pieno controllo dell’inchiesta, rendendo conto politicamente del suo operato, dopo essere stato confermato dal Senato in modo bipartisan, oppure se nominare un procuratore speciale per evitare conflitti di interesse. Il rischio sarebbe quello di essere accusato di usare la giustizia contro un avversario, anche futuro, del presidente Biden. La terza decisione, forse la più difficile, è capire se una mossa del genere servirebbe per l’interesse nazionale. Ci sarebbe infatti il rischio di dividere ulteriormente un Paese già fortemente polarizzato, di sollevare accuse di vendetta politica, minando l’indipendenza del dipartimento di giustizia. In più si potrebbe rafforzare Trump stesso, trasformandolo in un martire e innescando future rappresaglie tra le due amministrazioni.

Una decisione difficile da prendere

Non agire però sarebbe altrettanto pericoloso, perché incoraggerebbe le illegalità di futuri presidenti. A partire da Trump, se dovesse vincere ancora. Per Garland è un vero dilemma: qualunque sia la sua decisione, le conseguenze saranno uno tsunami. 

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