Che fine ha fatto Alexej Navalny? Se lo stanno chiedendo i suoi stretti collaboratori che non hanno più notizie di lui. La verità sul suo destino potrebbe essere paurosa.
Lo scorso 4 maggio l’oppositore del presidente russo Vladimir Putin aveva twittato un messaggio in cui lui stesso ipotizzava il suo futuro che potrebbe essersi concretizzato nelle scorse ore.
Alexej Navalny, l’acerrimo nemico del Cremlino e di Vladimir Putin, è in carcere da gennaio dell’anno scorso, per accuse ritenute dai suoi sostenitori “palesemente politiche”. Le manette sono scattate non appena ha rimesso piede in Russia dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento causato da una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita. I fatti risalgono all’agosto del 2020, quando un aereo in volo dalla Siberia a Mosca fu costretto ad un atterraggio di emergenza a Omsk perché’ un passeggero aveva avuto un malore.
Le sue denunce contro Putin, secondo lo stesso Navalny e i suoi collaboratori, sarebbero il vero motivo dell’avvelenamento e del successivo arresto.
Adesso però le sorti dell’oppositore del presidente russo sono incerte. Da qualche giorno non si sa più nulla di lui.
“Ho sentito dire che verrò trasferito nella colonia di massima sicurezza di Melekhovo, una cittadina della Russia centrale dove ai detenuti vengono strappate le unghie” aveva scritto su Twitter il 4 maggio scorso. Evidentemente Alexej Navalny aveva ricevuto l’informazione giusta. Oggi, infatti, il capo del suo staff Leonid Volkov e la portavoce Kira Jarmysch hanno fatto sapere sui social che il principale oppositore di Vladimir Putin non è più nel carcere di Pokrov, a cento chilometri da Mosca.
Senza preavviso, né informazioni a parenti e avvocati, il 46enne fondatore del partito Russia del Futuro è stato portato via. Per ora non si sa dove. “Finché non sapremo dove si trova, Alexei rimarrà a tu per tu con il sistema che ha già tentato di ucciderlo, quindi il nostro compito principale è quello di localizzarlo il prima possibile” ha dichiarato su Twitter la portavoce.
Dal canto suo Volkov ha raccontato come hanno scoperto del trasferimento: un avvocato è andato oggi a un incontro in carcere, trattenuto al posto di blocco fino alle 14, gli è stato detto infine che lì “non c’era nessun detenuto con quel nome“. Adesso il futuro e la stessa vita di Alexei Navalny, che nel corso degli anni ha svelato molte verità scomode sul governo russo e i potenti oligarchi che lo sostengono, potrebbero essere davvero in pericolo.
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