Salvini, biglietto per Mosca pagato dall’Ambasciata russa: scoppia la polemica. E dopo il viaggio annullato crescono gli attacchi del Cremlino all’Italia.
La precisazione arriva alla vigilia della tornata elettorale per le amministrative. Si è trattato di una assistenza necessaria per “le sanzioni” che hanno sospeso i collegamenti tra Roma e Mosca rendendo complicato l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa.
La spiegazione dell’Ambasciata russa in Italia fa esplodere il caso. Dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale”, spiega Mosca in una nota commentando le “notizie su alcuni media italiani”. E l’Ambasciata russa rivela anche che “i biglietti per Mosca sarebbero stati rimborsarti” da Matteo Salvini e dal suo entourage anche nel caso in cui il leader leghista fosse volato in Russia. Tutto nasce dalle due missioni, programmate e poi annullate, dall’ex Ministro degli Interni. La prima agli inizi di maggio e quella alla fine del mese.
Missioni che avrebbero determinato un incredibile riposizionamento del maggior partito di centrodestra su posizioni molto meno atlantiste di quelle assunte dal Governo Draghi. Ma la “ricostruzione” dell’Ambasciata russa non è piaciuta a Salvini, che in una nota della Lega ha annunciato di aver dato mandato ai suoi avvocati di “querelare chi, a partire da media e politici, ha fatto o sta facendo insinuazioni e accuse a proposito del possibile viaggio a Mosca“.
L’annullamento del viaggio del Segretario leghista non è particolarmente piaciuto dalle parti di Mosca. Il Cremlino che ha dato vita a un escalation di attacchi verso il nostro Paese, la classe politica e i media italiani.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le pressioni politiche sul Segretario della Lega e parallelamente si è assistito a una serie di attacchi, culminata ieri con un nuovo affondo della portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che prima ha criticato il quotidiano la Stampa e poi ha paragonato gli standard della giustizia italiana a quelli del fascismo.
“Il totalitarismo liberale è evidente”, ha dichiarato Zakharova sostenendo che “nell’Italia moderna sono state rimosse non solo le restrizioni morali. Ma anche legali alla distribuzione di materiali provocatori“, ha commentato in riferimento all’articolo comparso sul quotidiano torinese. Secondo la portavoce del Ministero degli Esteri russo “la democrazia liberale nel senso occidentale moderno non esclude ma, al contrario, incoraggia anche la discussione sulle pagine dei quotidiani a grande tiratura sulla possibilità e la convenienza dell’eliminazione fisica del capo di uno Stato straniero“, conclude.
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