C’è agitazione, rabbia e sdegno all’ospedale San Giuseppe di Empoli, dove almeno cento donne sarebbero state spiate in bagno. Una microcamera, infatti, è stata ritrovata incastrata tra le mattonelle del box doccia dello spogliatoio al secondo piano dell’ospedale.
La stanza è utilizzata dalle infermiere, dalle Oss e anche dalle dottoresse e le vittime di questo spionaggio illegale potrebbero essere più di un centinaio. Ad accorgersi della microspia è stata una delle infermiere, che ha notato questo puntino nero strano al di sotto del soffione della doccia. Lo ha staccato dal muro e ha capito che si trattava di una microspia collegata a un filo nella parete. E ha immediatamente denunciato l’accaduto.
Sul posto sono arrivati i carabinieri che, ormai da una settimana, stanno portando avanti l’indagine. I militari hanno già interrogato alcune persone e hanno sequestrato il computer a cui era collegata la microcamera. Non è al momento chiaro se le immagini sia state solo visionate o anche registrate e inviate a qualche server esterno. Sicuramente ora l’indagine è concentrata sul responsabile dell’installazione del sistema di videosorveglianza abusivo.
La stanza dove è stata trovato il computer è proprio vicina allo spogliatoio dove c’è la doccia. Ma è un locale frequentato da moltissimi lavoratori dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. È usato, infatti, da tutti coloro che lavorano per ditte esterne che, però, hanno in gestione servizi all’interno della struttura sanitaria. Ci vorrà, dunque, un po’ di tempo per capire chi è il responsabile di questa violazione della privacy.
All’indagine dei carabinieri si affianca anche una indagine interna dell’Asl che ora vuol vederci chiaro e capire chi abbia fatto una cosa del genere.
E come sia stato possibile. Ma soprattutto, è necessario capire da quanto tempo è iniziato lo spionaggio delle lavoratrici dell’ospedale. Del caso si stanno interessando anche i sindacati di categoria, mentre i politici di Empoli non hanno ancora parlato del caso.
Alle donne spiate è a disposizione un avvocato penalista per intentare, eventualmente, delle cause contro ignoti, per ora. Intanto, alla vicenda si è interessato anche il gruppo locale di Non Una di Meno che ha commentato l’accaduto. “In un luogo dove ci si dovrebbe sentire al sicuro, un ospedale, non lo sono neanche le lavoratrici. Questo gesto è rappresentativo di una violenza di genere che si rivela sempre più sistemica“, hanno scritto.
La Legge 104 concede i permessi di tre giorni al mese retribuiti per assistere il…
Entrare in una stanza di hotel può dare l'impressione di accedere ad un ambiente pulito…
La pensione minima a 1.350 euro sarebbe certamente più dignitosa di quella attuale che supera…
L'Isola dei famosi convince ma non troppo, così Mediaset ruba dalla Rai una delle opinioniste…
Sembra una farfalla, ma nasconde un pericolo che preoccupa anche in Italia. La chiamano Lanterna maculata…
Se la cartella esattoriale non viene notificata entro una certa scadenza, il credito diventa inesigibile.…