La vicenda dell’acciaieria Azvostal di Mariupol sta tenendo banco come uno degli eventi più controversi da quando è iniziata la guerra in Ucraina: diverse le ipotesi a riguardo, specialmente su Denis Prokopenko, con tanto di conseguenze per Zelensky.
Non è ancora terminata la battaglia sul fronte dell’acciaieria Azovstal. Nonostante l’evacuazione/resa dei militari, infatti, all’interno dello stabilimento vi sono ancora diversi militari che hanno scelto di non uscire da Mariupol. Fonti qualificate avrebbero tracciato un prospetto di quanto accaduto, evidenziando al contempo anche altri aspetti della vicenda del battaglione Azov.
Di fatto ufficialmente l’Ucraina ha parlato di “una operazione umanitaria“, ma di fatto i militari avrebbero messo in pratica una vera e propria resa. La vicenda non vale per tutti e ciò è evidente visto che all’interno dell’acciaieria vi sarebbero ancora parte delle milizie ucraine.
Non si parla di resa per i militari fuori dall’acciaieria Azovstal, ma di fatto l’emblema è proprio quello di constatare come i soldati usciti dallo stabilimento siano in una struttura penale gestita dalla Russia nel territorio di Donetsk. Tutto ciò avrebbe svelato alcuni retroscena di carattere politico-militare.
La resistenza del battaglione Azov si è conclusa, almeno in gran parte, dopo settimane di strenua lotta e resistenza contro i militari russi. Il presidente Zelensky ha commentato in maniera positiva l’esito della vicenda, ma ciò potrebbe essere interpretato anche come una sorta di “liberazione” da un potenziale nemico politico all’interno dello stesso Paese.
Sarebbero circa 250 i militari ancora presenti nell’acciaieria Azovstal, tutti seguiti dal comandante Denis Prokopenko. Nonostante le difficoltà, infatti, una frangia dei soldati avrebbe deciso di rimanere nello stabilimento.
“Sullo sfondo della resa di massa dei militanti Azov, vorrei ricordare le parole del loro comandante sulle forze armate ucraine arrese dallo stabilimento di Ilyich Non fare eroi di disertori e combattenti che si sono arresi volontariamente. Hanno scelto la strada della vergogna. In nessun caso queste persone dovrebbero essere esaltate come eroi“, ha ricordato Prokopenko in uno degli ultimi videomessaggi.
Intanto la cosiddetta operazione speciale militare propagandata dalla Russia vede al centro della questione anche il battaglione Azov. All’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol vi sarebbero ancora degli irriducibili seguiti dal comandante Prokopenko. I militari potrebbero scegliere di rimanere lì ad oltranza, nonostante l’offensiva russa, oppure arrendersi al fuoco nemico.
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