L’ex attaccante della Juventus, del Perugia e del Palermo, Fabrizio Miccoli, torna in libertà. Era in carcere da oltre sei mesi.
A Miccoli è stato concesso la misura alternativa dell’affidamento in prova dopo la condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Dai campi di calcio di tutta Europa alle sbarre del carcere di Rovigo. La parabola di Fabrizio Miccoli, talento indiscusso e idolo di molti tifosi, non sarà certamente da ricordare. L’ex attaccante sei mesi fa fu condannato definitivamente a 3 anni e 3 mesi di carcere dopo essere finito in un’indagine per aver chiesto a Mauro Lauricella, figlio di Nino, esponente della famiglia mafiosa del quartiere Kalsa, a Palermo, la restituzione di somme di denaro a un imprenditore per conto di un suo amico, già fisioterapista della squadra rosanero.
Inoltre, nel corso di una telefonica, intercettata dagli investigatori, Miccoli e Lauricella, parlando del giudice Giovanni Falcone usavano parole e toni offensivi.
Oggi l’ex capitano del Palermo, dopo poco più di sei mesi di detenzione, è tornato in libertà. Miccoli ha ottenuto una nuova misura alternativa al carcere.
Accogliendo il ricorso del suo legale, il tribunale di sorveglianza gli ha concesso la misura alternativa dell’affidamento in prova. A restituirgli la libertà è stato il tribunale di sorveglianza di Venezia che ha accolto il ricorso del suo avvocato, il legale Antonio Savoia. Sulla base dell’affidamento in prova che il Tribunale gli ha accordato, Miccoli potrà tornare ad allenare nella scuola di calcio.
Miccoli dovrà comunque rispettare alcune prescrizioni come non rientrare in casa dopo la mezzanotte e non frequentare pregiudicati. “E’ stato accolto il ricorso dal tribunale di sorveglianza di Venezia – ha detto l’avvocato Savoia – ed è stato accordato l’affidamento in prova“. L’ex calciatore è già stato scarcerato ed è già in viaggio verso il ritorno in Salento.
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