Oligarchi russi, anche boss mafiosi | Il legame inquietante tra Mosca e l’Italia

Il legame rosso che lega gli oligarchi russi e i boss mafiosi unisce pagine d’inchieste giornalistiche. I dossier mostrano la Federazione russa capace di spingersi, con tutte le sanzioni in essere, fino agli stand della fiera delle armi di Verona

Se esiste un presunto legame tra i magnati russi e la mafia è da ricercare proprio nei 60mila metri quadrati che per tre giorni ha ospitato una delle fiere delle armi tra le più grandi in Italia, la Eos Show.

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Oligarchi russi, anche boss mafiosi: qual è il legame con l’Italia (pixabay)

Si parte dalla Arsenal Firearms srl, una delle aziende arrivate a Verona per esporre agli investitori le proprie armi. Il volto della compagnia è quello di Dmitri Strechinski, finanziere e collezionista di armi russo che nel 2010 ha fondato l’azienda.

Strechinski, però, non è solo un uomo con il pallino per le armi. Il suo nome, secondo quanto riportato dalla testata americana Abc, compare nell’inchiesta del procuratore Robert Mueller, per le indagini sul Russiagate. Nei documenti, Strechinski è presentato come un “un ex soldato delle forze speciali russe diventato produttore e venditore d’armi”. Ma non finisce qui, cosa si nasconde ancora dietro gli oligarchi russi e i super boss.

Oligarchi russi e boss mafiosi | Quel legame inquietante che unisce Mosca all’Italia

Non solo appassionato di armi e imprenditore, Dmitri Strechinski viene anche indicato, secondo il rapporto Unodc, come l’uomo che ha costituito una società offshore, la Global Technologies Limited, registrata a Panama ma con un ufficio in Ucraina, a Kiev.

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Oligarchi russi, quale legame con l’Italia e la mafia (pixabay)

Inoltre, Strechinski ha acquisito armi da una società di esportazione di armi di proprietà statale ucraina Ukrspetseksport, avvalendosi, però, di certificati falsi dal Marocco e dall’Egitto.

Già tra il ’92 e il ’94 risultano diversi illeciti. É il caso delle armi spedite in Croazia il cui cargo fu intercettato dalla marina italiana. Anni dopo quel sequestro si scoprirà che il carico comprendeva circa 2mila tonnellate di armi.

Mentre, è il 2000 quando Strechinski fu arrestato dalla polizia tedesca per poi essere consegnato, subito dopo, alle autorità italiane. In quel caso venne processato con l’accusa di traffico illegale di armi.

Quel legame sottile che parte dalla Arsenal Firearms e arriva fino a Mosca, non si arresta però qui. Intrighi e fili indissolubili si stringono soprattutto su alcuni ex membri del Cda della Arsenal Firearms Limited, società nata nel 2010 con sede a Cipro. Da questa è poi nata a Brescia, nel 2016, l’unità locale che dal dicembre 2021 risulta chiusa in favore di quella commerciale con sede a Concesio, a pochi chilometri di distanza dalla città veneta.

Traffici illeciti di armi: la rete indissolubile di Mosca arriva a Verona

Ai vertici aziendale, sino a poco tempo fa, si trovavano non solo il nome di Strechinski ma anche quello di Pampina Votsi, (direttrice aziendale per l’ultimo anno). Ora Votsi lavora per un imponente studio legale cipriota. Ma il nome Votsi non è l’unico legame tra l’azienda e lo studio legale. Spunta anche un altro nome, quello del cipriota Christodoulos G. Vassiliades.

Tra i documenti d’inchiesta Panama Papers, Vassiliades viene accusato di movimenti sospetti di denaro a favore di diversi oligarchi russi. Ma non solo quelli, legami affiorano anche tra lui e governo di Vladimir Putin.

L’avvocato è legato anche all’oligarca russo Suleiman Kerimov, recentemente colpito dalle sanzioni e al super boss della mafia russa Semyon Mogilevich. E quando, come riportato da Telegraph Kerimov venne arrestato in Francia nel 2017 con l’accusa di frode fiscale e riciclaggio di denaro, il Cremlino ha esortato il governo francese affinché rilasciasse l’oligarca.

In tutta questa vicenda, il vero anello di congiunzione è proprio Votsi. È lei, a essere presente fino a poco tempo fa nella Arsenal Firearms e ad aver ricoperto posizioni di valore nei gruppi controllati dall’oligarca Kerimov. Ma c’è un altro collegamento: Votsi viene indicata anche come direttrice della Barlow Investing Ltd, azienda di cui è azionista Galina Telesh, nota per essere stata la seconda moglie del super boss della mafia russa, Semyon Mogilevich. Ed è proprio questa azienda che verrebbe usata da uno dei criminali ricercati dall’Fbi, considerato uno degli uomini più pericolosi al mondo per traffico illegale di armi.

Come specificato da ilfattoquotidiano, gli organizzatori della fiera Eos Show fanno sapere di non essere a conoscenza dei legami tra i russi e la mafia. Ma molte cose, però, non coincidono. Si attendono nuovi sviluppi sull’inchiesta in corso.

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