Mariupol, centro ucraino martoriato dai bombardamenti russi, è l’obiettivo principale del presidente Vladimir Putin, il quale considera la città conquistata nonostante la presenza ancora del battaglione Azov nelle acciaierie Azovstal. Un dettaglio non da poco che per gli esperti di geopolitica, come Lucio Caracciolo, non va sottovalutato.
Per quest’ultimo l’incontro tra il presidente russo e il suo ministro della difesa Sergej Shoigu è stata “una sceneggiata”.
il fondatore e direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, Lucio Caracciolo, ospite nella puntata di giovedì 21 aprile di Otto e Mezzo, ha fatto un punto sulla situazione di Mariupol per “gran parte della città è in mano ai russi“. Una disanima che si è soffermata anche sul l’incontro tra il presidente russo Putin e il ministro della difesa Shoigu. Un faccia a faccia che non ha convinto Caracciolo.
Putin avrebbe deciso di annullare l’assalto alle acciaierie perché a suo dire non sarebbe necessario sprecare risorse militari per queste operazioni. Una scelta che ha fatto storcere il naso allo stesso Caracciolo.
L’esperto di geopolitca, che ha definito incontro tra Putin e Shoigu una “sceneggiata”, ha fatto notare che la decisione di non attaccare potrebbe avere altri motivi. “Mariupol è importante perché può controllare il mare di Azov e permette di proseguire la battaglia” ha affermato l’espert.
“Quello che vediamo dalle immagini mostra che gran parte della città è in mano ai russi“. A resistere è però il battaglione Azov che, assieme a tanti civili, è rifugiato all’interno dell’acciaieria Azovstal. Una situazione che comporterebbe una guerra urbana con tanti vantaggi per chi si difende e molti imprevisti per chi attacca, uno dei motivi per cui Putin starebbe evitando un assalto.
“Queste sono operazioni militarmente molto complesse, dato che non ci sono molte protezioni all’interno di una città per chi attacca“. Inoltre secondo Caracciolo “sarebbe una strage dovesse esserci un attacco“. Ecco perché, per l’esperto, il presidente russo Putin starebbe aspettando che dall’acciaieria il battaglione Azov e i civili escano con le mani alzate. “Cosa – conclude Caracciolo – che ritengo improbabile“.
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