Abramovich, non c’è pace per l’ex proprietario del Chelsea. Non bastano le sanzioni in Inghilterra, altri problemi per l’oligarca.
Abramovich, ancora guai. L’oligarca russo non se la passa benissimo, è in buona compagnia – dato che affaristi e magnati russi sono ancora nel mirino delle potenze europee – le sanzioni non risparmiano nessuno.
L’ex proprietario del Chelsea, però, ha altre pendenze dato che i controlli non sono solo di natura economica. La vicinanza a Putin impone un “trattamento speciale” che lo porta ad essere controllato in maniera capillare: appena non torna qualcosa, scattano i campanelli d’allarme.
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Il problema – sommato agli altri – è la cittadinanza. L’uomo, infatti, avrebbe la cittadinanza portoghese ma dall’Aprile 2021 sono cambiate molte cose. La prima è che hanno arrestato il rabbino che ha approvato la cittadinanza del magnate, dunque la comunità sefardita di riferimento è senza garante: allora la validità dei documenti vacilla. Abramovich, fra le altre cose, è a capo del Consiglio di Amministrazione della Federazione delle comunità ebraiche in Russia. Situazione che ha aggravato il fardello dell’affarista.
Ora è stata aperta un’inchiesta per cercare di vederci chiaro: in particolare di capire l’attendibilità del rilascio di certi documenti. Dal 2018 si attestano cospicue donazioni alla comunità ebraica da parte di Abramovich, transazioni di denaro che lascerebbero presagire come fra le parti non solo ci sarebbe stato un legame a doppio filo, ma anche scambi reiterati di favori dietro compenso economico. La cittadinanza portoghese sarebbe stata ottenuta con il benestare della comunità sefardita: tanti i punti interrogativi, ancor più quelli di non ritorno. Abramovich è in caduta libera.
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